La storia di Teresa Filangieri, la (nobil)donna napoletana che ha trasformato il suo dolore di madre in una potente e indicibile forza facendo della carità la sua vita.
La trama
Napoli. Seconda metà dell’Ottocento. Sono gli anni della neonata Italia unita tanto voluta e combattuta da Garibaldi e dalle sue mille camicie rosse.
È in questo stesso periodo che nella città fondata dalla leggendaria dea Partenope si compiono la vita e la storia di Teresa Filangieri. Della duchessa Teresa Filangieri. Figlia del generale Carlo Filangieri; nipote del noto filosofo Gaetano Filangieri principe di Satriano e futura moglie di Vincenzo Fieschi Ravaschieri duca di Roccapiemonte.
La nobildonna, però, sembra non curarsi troppo del suo rango sociale e dell’etichetta, del galateo che questo richiede tanto da venire più volte redarguita dalla severa e austera nonna Carolina. Teresa Filangieri è molto diversa dalle altre donne del suo ceto e dai nobili cui è solita (e obbligata) circondarsi. Sembra poter avere tutto ma sembra mancarle tutto. Ha la ricchezza ma ha anche il desiderio di utilizzare il suo denaro e la sua dote per aiutare i più deboli. Questo suo desiderio diviene ancora più forte dopo la morte, a soli dodici anni, della sua piccola Lina. Teresa non ha paura di sfidare le convenzioni, non teme di doversi scontrare – proprio come recita il titolo del libro – contro un mondo di uomini e basato su principi e idee prettamente maschilisti. E ancora, la donna non teme di mescolarsi ai bisognosi, ai malati di colera, ai poveri, alle prostitute, ai delinquenti, a chi ogni giorno viene emarginato dalla società per superstizione. Teresa supera tutto ciò che è apparenza e convenzione e si unisce agli ultimi offrendo loro i propri beni, le proprie forze e il suo progetto più radicato e più ambizioso: la costruzione di un ospedale. Teresa Filangieri, infatti, è colei che acquista una vecchia caserma che trasforma nel nosocomio dedicato alla figlia chiamato Ospedale Lina Ravaschieri e dove in pochissimi anni vengono ricoverati oltre cinquemila bambini.
Tutto questo e molto è la storia di Teresa Filangieri, la gran dama del popolo.
Il libro
Che donna è una donna che non tenta di rendere il mondo migliore? (Carla Marcone, Teresa Filangieri. Una duchessa contro un mondo di uomini)
È un immenso piacere e un vero privilegio poter parlare del libro Teresa Filangieri. Una duchessa contro un mondo di uomini di Carla Marcone edito nell’ottobre 2017 dalla Casa Editrice Scrittura & Scritture e inserito nella collana “Voci”. All’Autrice, infatti, si deve il merito e l’onore di aver raccontato una delle figure femminili più significative della storia napoletana e non solo.
È una storia che meritava di essere raccontata e di essere diffusa. È ancora attualissima. È la manifestazione della forza della Donna e di come dal proprio dolore questa riesca a risorgere ricreando e incanalando fuori di sé quello stesso dolore. È la storia di una donna immensa, ricca e nobile d’animo e quindi forte di una ricchezza inestimabile e del tutto unica, che si pone al servizio del prossimo cercando di aiutarlo quanto più possibile e nel modo più semplice possibile. E cosa più importante senza mai offendere la dignità altrui. È il racconto di una donna che si inserisce in un momento importante per la Storia del nostro Paese, a ridosso dell’Unità d’Italia. È un momento di importanti e radicali cambiamenti ma dove per le donne sembrano esserci esclusivamente ruoli di contorno e secondo piano. Quando e se ci sono questi ruoli. Teresa Filangieri prende la sua vita tra le mani, la guida dove desidera e senza riflettere si mette in viaggio per la Città Eterna per discutere con il Ministro della guerra la cessione di un’ex caserma per il suo noto progetto.
È la storia di una donna che ha fatto della sua fragilità la sua forza, dei suoi timori il suo coraggio. Ed è riuscita a ottenere quanto desiderato poiché a volte non c’è forza motrice più potente di quella della volontà e del proprio muto dolore. E Carla Marcone riesce a raccontare tutto questo senza mai perdersi in inutili giochi di parole, in dettagli non importanti ma con una scrittura pulita, lineare ed essenziale. Una donna che racconta una donna. Un incontro oltre la Storia e il Tempo portando ai giorni nostri la vita e il coraggio di una donna che non ha mai avuto paura di nulla. Né dell’Amore né del Dolore. All’Autrice si deve riconoscere questo merito: di aver riportato in vita una delle donne più interessanti del Diciannovesimo secolo e di averlo fatto con una delicatezza, con un rispetto, con un giusto e garbato distacco che non possono sfuggire alla nostra attenzione. E ancora, oggi… ai nostri giorni è un inno alle donne tutte, più o meno giovani, a lottare per ciò in cui credono senza mai farsi spaventare da nessun ostacolo sia che indossino o meno pantaloni e divise.
Incontro con l’Autrice
Carla Marcone è una scrittrice napoletana figlia degli anni del Femminismo e delle rivolte giovanili della fine anni Sessanta. Ed è proprio questo spirito di ribellione a diventare il segno distintivo delle sue storie, delle sue protagoniste e della sua scrittura. Il suo primo romanzo è Fiori di carta edito nel 2005 dalla Casa Editrice napoletana Scrittura & Scritture.
Come è nata l’idea di questo romanzo e il suo personaggio di Teresa Filangieri?
Come racconto nella nota d’autrice del romanzo, Teresa Filangieri è entrata nella mia vita e nel mio inchiostro grazie a Chantal ed Eliana Corrado, le mie editrici, che mi proposero di scriverne la storia.
La vicenda racconta di una donna forte, volitiva che – come recita il titolo del suo libro – si deve scontrare con “un mondo di uomini”. Quanto c’è di attuale in questa donna?
Di attuale c’è la consapevolezza, l’orgoglio e il senso d’ indipendenza, delle donne di oggi. La stessa consapevolezza, lo stesso orgoglio e lo stesso senso d’indipendenza, che lei e altre come lei hanno dovuto conquistare per se stesse e per noi.
Il suo libro e il suo stile ricordano molto le atmosfere tanto care a Matilde Serao e, soprattutto, Carolina Invernizio. Queste Autrici hanno influenzato la sua scrittura? Se sì, in che modo?
Il paragone mi lusinga, ma non so dirti se sia vero o meno, pur pensando che in fondo siamo anche ciò che leggiamo. Posso dirti, però, che della Serao ho letto abbastanza qualche lustro fa, ammirandola fortemente. La Invernizio la conosco solo di fama purtroppo, non ho mai letto nulla di suo: rimedierò.
- Nel suo romanzo traspare anche l’amore, la passione per la sua Napoli. Come è stato raccontare e, in qualche modo, ricostruire il periodo storico in cui la vicenda si svolge? E qual è il suo rapposrto con la città?
Ricostruire il periodo è stato entusiasmante, amando da sempre la storia, soprattutto quella della mia città. Della mia Napoli lazzara e nobildonna, meravigliosa ai miei occhi e cara al mio cuore sempre. Perfino quando inciampa, cade e si sporca di fango e di sangue. Perfino quando mi fa soffrire e chiedere perdono a Dio.
Parlando di Scrittura e di Libri: l’Autore (o Autrice) e il libro che hanno segnato il suo percorso di scrittrice e di lettrice.
È tutta colpa di Louisa May Alcott e di un pacchetto scartato durante un Natale ancora bambino. Avevo poco più di sette anni e l’incomprensibile morte di mio padre da affrontare. Piccole donne rese più lieve il dolore e da allora i libri divennero gioia e rifugio e … poi decisi che volevo essere Jo.
Quali sono i suoi prossimi progetti letterari e professionali?
Un romanzo già terminato, consegnato e approvato. E al momento sto studiando per raccontare un’altra storia.