La Rubrica online “Piazza Navona” torna a parlarvi di libri presentandovi “RALF” di Maurizio J. Bruno (Tabula Fati). Un romanzo che racchiude in sé tanti generi – dalla fantascienza al thriller, dalla spy story al giallo – per raccontare anche un nuovo “volto” della tecnologia. E non perdete l'”Incontro con l’Autore”!
La trama
Marco Ranieri è un ricercatore italiano, neolaureato in Ingegneria, che ha dato vita a RALF, ovvero al Robot Automatico Localizzatore di Fonti di energia. L’oggetto della sua geniale e brillante Tesi di Laurea. Come suggerisce il suo nome, si tratta di un piccolo robot in grado di trovare e sfruttare in modo del tutto autosufficiente le diverse fonti di energia attorno a sé per alimentarsi. Di questo progetto si parla anche oltreoceano. Una università americana, infatti, sta conducendo una ricerca sull’intelligenza artificiale attraverso l’utilizzo di cento computer che sono stati programmati per rispondere alle chat in modo autonomo così da confondere il loro interlocutore: sta parlando con delle intelligenze artificiali o con esseri umani? Marco si dirige oltreoceano per continuare il suo lavoro di ricerca ma improvvisamente, inaspettatamente e contemporaneamente vengono sottratti tutti gli appunti, gli studi e i calcoli che hanno portato alla creazione di RALF mentre negli USA un virus assai aggressivo colpisce i computer impegnati nella ricerca sull’intelligenza artificiale. Chi è interessato ad avere questi dati? Perché? Qual è lo scopo? Cosa c’è dietro questa operazione di sabotaggio? Di chi potrà fidarsi Marco? E cosa ne sarà del suo RALF? Fin dove si può spingere la tecnologia senza entrare in conflitto con la sfera umana e il suo “apparato” emotivo?
Sul libro
Nell’aprile 2020 Maurizio J. Bruno, ingegnere elettronico e manager di un’importante azienda produttrice di apparati elettronici, porta con successo di nuovo alle stampe il suo romanzo RALF edito da Tabula Fati nella Collana “Sci-fi Collection”. In realtà, la prima edizione di RALF risale al 1999 quando viene pubblicato da Taurus Editore cui seguirà, nel 2008, una riedizione con la Casa Editrice UNI Service. Quest’ultima pubblicazione a cura dell’abruzzese Tabula Fati è il segno tangibile di come e quanto la scrittura di Maurizio J. (Jafet) Bruno sia sempre attuale, forte, riuscita, coinvolgente, ponderata e assai ben costruita. A tal proposito, non è un caso, che l’Autore in passato sia stato tra i vincitori del prestigioso Premio Urania Mondadori.
Non c’è che dire: RALF è un ottimo romanzo del genere sci-fi (o fantascientifico) in cui, però, l’Autore strizza l’occhio anche alla spy-story, al più “classico” giallo, al thriller senza mai tralasciare l’aspetto umano sia della vicenda sia dei personaggi. Anche di quelli animati da circuiti, elettricità e microchip. Ed è proprio questa la forza stilistica e narrativa dell’Autore che tenta di spingersi oltre non limitandosi al suo “campo di azione” ella sua zona comfort quali sono il mondo dell’elettronica e dell’informatica.
Egli, infatti, va ben oltre il mondo della tecnologia che, pur divenendo la base su cui costruire l’impianto diegetico, diviene trampolino di lancio per dar letteralmente sfogo e voce al mondo del reale e dell’umanità che appartiene ai suoi personaggi. Umani e robot. Ed è in questo stesso contesto che l’Autore approfondisce il legame tra Marco e la sua fidanzata Lisa: due giovani e brillanti studiosi, tanto remissivo e tranquillo lui quanto ostinata, pignola e ambiziosa lei. Come riuscire a trovare un equilibrio? Attraverso quali scontri? E quali “compromessi”? L’Autore ci racconta di tutto questo proprio grazie alla cura e all’attenzione con cui ha costruito la psicologia dei suoi personaggi.
Tra indagini, furti, ricerche, studi, pedinamenti, inseguimenti, spaventi… Maurizio J. Bruno dà ampio risalto all’aspetto umano dei suoi personaggi: pensiamo al brillante ed entusiasta Marco Ranieri e alla sua ambiziosa fidanzata Lisa, al saggio Professor Edward Jones, al timido e intelligente ricercatore Mark Schwartz, all’affettuosa e protettiva zia Tilde, ad Adriana machiavellica e spietata dark lady… nulla è lasciato al caso. Attraverso una narrazione strutturata su due piani narrativi – l’uno ambientato in Italia e l’altro negli Stati Uniti – il Lettore si ritrova nella stessa posizione di quegli utenti che chattano con i computer nutrendo il dubbio se stiano effettivamente parlando con un’anima elettronica o umana. Questi personaggi, infatti, quanto hanno di umano e quanto di “tecnologico” ovvero di freddo, di calcolato, di inumano? Quanto riescono a “inter-scambiarsi” queste identità? Dove finisce l’una e dove inizia l’altra?
Certo è che la tecnologia, così come la racconta Bruno ai suoi lettori, non è mai tanto crudele e malvagia quanto l’uomo. Non dimentichiamo poi che la tecnologia si declina alla macchina e per quanto questa possono essere autonoma e indipendente è sempre l’uomo a darle l’input e a programmarla per una determinata azione o per un determinato scopo.
E Maurizio J. Bruno in RALF riesce a rendere la tecnologia molto più umana dell’umanità… e lo stesso RALF non può non suscitare nel Lettore quella tenerezza e quella dolcezza come fosse un cucciolo da difendere e proteggere. Perché l’apparenza inganna… e anche questo aspetto viene profondamente affrontato attraverso l’esperienza di lettura del romanzo.
Ma “riusciranno i nostri eroi” a mettere in salvo RALF e a difendere tutto il lavoro svolto da chi, invece, vorrebbe trasformarlo in denaro e in consumismo? Non perdete questa appassionante lettura…
Incontro con l’Autore
Quando e come avvenuto il suo incontro con la scrittura?
All’inizio era la lettura… Io ho sempre letto molto, fin da bambino. Prima i fumetti, poi i classici per ragazzi, poi via via tutto il resto, e oggi sono un lettore praticamente onnivoro… Da punto di vista professionale, però, ho scelto la via degli studi tecnici, sono diventato un ingegnere e vivo ogni giorno di tecnologie innovative dal momento che, insieme al mio team di collaboratori, mi occupo di immaginare i nuovi prodotti che l’azienda italiana per cui lavoro lancerà sul mercato mondiale nei prossimi mesi. Tutto questo influenza inevitabilmente gran parte della mia indole, o forse è stata la mia indole ad indirizzarmi verso questo tipo di lavoro. Fatto è che immaginare, ideare, escogitare nuove soluzioni e, a volte, fantasticare anche oltre il possibile è ciò che faccio di continuo. Una parte di queste idee si concretizzano in prodotti reali, ma una parte considerevole di esse, quelle più immaginifiche, restano soltanto idee, forse sogni, che possono trovare un loro sbocco soltanto nell’altra attività alla quale mi dedico con passione e impegno: la scrittura. È così che nascono i miei romanzi, dalla prorompente pressione che le storie fantastiche che mi vengono in mente esercitano sulla superficie interna del mio cranio, senza darmi tregua fino a quando non riesco a dar loro lo spazio che si meritano, e le lascio venir fuori nelle mie trame, nei miei racconti, nei miei personaggi.
Come è nato il progetto editoriale di RALF?
Sebbene, nell’edizione di Tabula Fati, RALF sia la mia ultima pubblicazione, stiamo in realtà parlando del primo romanzo che ho scritto, poco dopo la laurea. Un romanzo che mi permise di vincere un concorso per opere inedite e arrivare alla mia prima mini-pubblicazione con una piccolissima casa editrice, poi scomparsa. Fortunatamente, nel prosieguo della mia carriera di scrittore, ho avuto la fortuna di incontrare sul mio cammino uno dei migliori editori che abbiamo in Italia, Marco Solfanelli, e con lui ho pubblicato prima EDEN e poi VELI. Infine, qualche anno fa l’idea di riprendere il testo originario di RALF e ripresentarlo ai nostri lettori in una veste rinnovata e al passo coi tempi.
Dall’idea alla pubblicazione: qual è stata la fase di lavorazione ed elaborazione più complessa di RALF? E perché?
Rimettere le mani su un testo scritto da un autore inesperto quale ero e rielaborarlo sulla base delle esperienze, di scrittura e non solo, maturate negli anni, non è stata cosa semplice. Il mio obiettivo era quello di rispettare i canoni della storia originale, attualizzandone però l’ambientazione e lo stile narrativo. Il mondo cambia così in fretta che anche solo dopo dieci anni un testo, specie se infarcito di elementi tecnologici come capita ai miei romanzi, può sembrare totalmente anacronistico: basta citare un fax o nominare la cornetta del telefono, per far apparire di un’altra epoca un testo per altri versi attualissimo… Ma devo dire che sia io che il mio editore abbiamo fatto un ottimo lavoro, rendendo il testo assolutamente al passo coi tempi, avvincente, e trascinante, tanto che i membri della WorldSF ITALIA, l’associazione degli scrittori italiani di fantascienza, lo hanno selezionato tra i tre finalisti premio Ernesto Vegetti 2012, il più prestigioso premio italiano per romanzi di fantascienza. Incrociamo le dita…
Da cosa ha tratto ispirazione per la creazione del piccolo ma geniale RALF?
Da Frankenstein a Jurassic Park, l’uomo è sempre stato affascinato, e a volte abbagliato, dall’idea di creare la vita per sentirsi Dio… Ma negli anni, è il concetto stesso di vita che ha mutato pelle. Siamo circondati da realtà virtuali, da realtà aumentate, da avatar di noi stessi che vivono vite parallele in mondi che esistono solo nella memoria di un PC o di uno smartphone. E allora anche io mi sono chiesto… Dove finisce la macchina e dove inizia la vita? Cos’è che rende un oggetto vivo. Il nostro aspirapolvere robot che decide all’improvviso di staccarsi dalla sua stazione di ricarica per andare a pulire il pavimento del nostro salotto, è vivo? Cosa gli manca per esserlo? E i “bot” che ci rispondono in chat quando chiediamo informazioni a questo o quel portale web, hanno una coscienza di sé? Possono sviluppare comportamenti non programmati, frutto dell’apprendimento guidato dalla loro Intelligenza Artificiale? Che cosa può riservarci il futuro man mano che queste tecnologie si svilupperanno e i comportamenti di queste entità diverranno sempre più simili ai nostri? Chi potrebbe essere interessato a questo tipo di ricerche e perché? Ecco… È partendo da queste domande che la storia ha preso vita nella mia mente e poi si è trasferita nelle pagine del romanzo.
La sua formazione informatica e la sua professione quanto hanno influenzato la sua scrittura?
Ho sempre sostenuto che bisogna scrivere di ciò che si conosce. Se volessi scrivere un romanzo ambientato in un ospedale o in un tribunale avrei grosse difficoltà e scarso successo perché, per mia fortuna, li frequento poco. Con la tecnologia e i luoghi in cui si fa ricerca, sviluppo, progettazione, invece, mi sento a mio agio perché li vivo tutti i giorni, conosco non solo gli aspetti più tecnici della materia, ma anche le dinamiche che si creano e si sviluppano in questi ambienti di lavoro, gli stereotipi dei personaggi che li frequentano, l’atmosfera che vi si respira. Ed è per questo che mi è così facile avvolgere il lettore con le mie parole e trascinarlo in questi luoghi e in queste vicende fin dalle prime righe del testo.
Come è riuscito a trovare il giusto equilibrio tra la razionalità dell’informatica e l’istintività della scrittura?
C’è un bel po’ di istintività nel mio lavoro quotidiano come manager dello sviluppo nuovi prodotti per un’azienda che vuole essere leader tecnologico mondiale nel suo settore, e c’è un bel po’ di razionalità nel modo in cui affronto la scrittura di un libro, anche perché nei miei romanzi ci sono sempre più storie che partono lontane tra di loro, si intrecciano e devono convergere ed incontrarsi nel punto clou del romanzo, per evolvere poi verso il finale. Senza un po’ di tecnica, questo non si può fare, e senza inventiva non è possibile pensare a nuove gamme di prodotti che possano suscitare l’interesse dei clienti della mia azienda. Quindi lo scrittore si nutre della razionalità dell’ingegnere, ma è anche l’ingegnere a nutrirsi della fantasia e dell’inventiva dello scrittore. Per ora, i due convivono amorevolmente, si stimano, si apprezzano e sono consci dell’importanza che ciascuno ha per la sopravvivenza e la crescita dell’altro. E finché sarà così, questa simbiosi non potrà dare altro che ottimi risultati. Su entrambi i fronti.
Secondo lei, il genere sci-fi quale spazio occupa nel panorama editoriale contemporaneo? E quale corrispondenza riscontra nei Lettori?
Inutile negarlo: la fantascienza è sempre stata considerata una letteratura di serie B, meno impegnata, meno “culturale”. Ovvio che queste considerazioni siano quanto di più lontano dal mio modo di pensare e di intendere questo genere. Intanto, secondo me, la fantascienza non dovrebbe neppure costituire un genere a parte. Essa attiene all’ambientazione della storia, ma non dice nulla su quali sono i temi realmente trattati dal romanzo. Un romanzo d’amore ambientato su Venere è da considerarsi fantascienza o romance? La vicenda di un serial killer che cerca le sue vittime tra le creature fosforescenti del pianeta Kursus e del detective Spike che cerca di fermarlo sfruttando le sue doti precog, è fantascienza o thriller? Così, i miei, sono senz’altro dei romanzi che giocano con la tecnologia, più o meno spinta e più o meno collocabile nel futuro, ma sono anche romanzi che parlano di rapporti umani, di amore, di coppie più o meno solide, di amicizie, di tradimenti, di spionaggio industriale. Li vogliamo definire fantascienza? Facciamolo pure, ma ogni definizione ne maschera comunque mille altre!
Nel suo romanzo VELI (Edizioni Solfanelli) fa incontrare l’arte e la tecnologia informatica e spaziale più moderna. In che modo è riuscito a far comunicare due mondi tra loro così apparentemente lontani e diversi?
Far convivere mondi diversi è la mia specialità: sono o non sono un ingegnere che scrive romanzi? Tutto il mio romanzo VELI nasce proprio come un monumento all’importanza della diversità, che è la filosofia su cui si fonda tutta la mia vita. Io sono profondamente convinto che solo quando si mettono insieme mondi diversi si arriva a risultati sensazionali. Questo è vero nelle coppie, nella ricerca scientifica, nella politica… Sono questi mix esplosivi le situazioni in cui uno più uno può far tre e non più due. Il confronto con chi è diverso da te, con chi la pensa in maniera radicalmente diversa, con chi proviene da culture, religioni e abitudini totalmente diverse dalle tue ti apre la mente, se sei pronto a fartela aprire. Circondarti di persone troppo simili a te, limita la tua crescita, ti fa girare in tondo. Certo, è più semplice, ti muovi nella tua comfort zone e non sei costretto a provare e dimostrare il perché delle tue scelte ad ogni piè sospinto… Ma, come leggerete nel mio libro, solo una storiografa romana può aiutare un ingegnere napoletano a risolvere il suo problema tecnico e solo l’ingegnere può aiutare la storiografa a sbrogliare una matassa giudiziaria vecchia di 250 anni. Si dice che solo gli stupidi non cambino mai idea. Non è vero. Anche chi si circonda di persone troppo simili a sé fatica a farlo. E anche chi non è capace di mischiare l’arte e la tecnologia informatica…
Molto importante è anche il suo impegno nella promozione e distribuzione di Autori esordienti attraverso l’Associazione DANAE. Può raccontarci qualcosa di più di questo interessante progetto?
Pensare ad iniziative a supporto di quelli che io chiamo SNAF, gli Scrittori Non Ancora Famosi, è sempre stato il mio modo di vivere il mio ruolo di scrittore nella società. Negli anni ’90, quando ancora non esistevano i social, il mio sito internet “Il Rifugio degli Esordienti” divenne un punto di riferimento immancabile per tutti gli Autori alla ricerca di un editore. Una decina d’anni dopo, gli fece seguito DANAE, Distribuzione Autonoma Nazionale Autori Esordienti, un’associazione di Autori, Editori e Librai che per lungo tempo ha rappresentato l’unico canale di vendita, sia on-line che sul territorio, per diverse centinaia di titoli di autori esordienti che, altrimenti non avrebbero mai raggiunto i loro lettori. Ma il mondo cambia velocemente e oggi la diffusione dei social grazie ai quali gli scrittori esordienti possono facilmente comunicare tra loro e scambiarsi le proprie esperienze, e l’apertura delle grandi catene di vendita on-line come Amazon anche ai libri delle case editrici più piccole, hanno reso ormai superate queste due iniziative. Ma anch’io cambio e mi evolvo velocemente, e quindi anch’io ho trovato nuovi modi per continuare ad essere al fianco degli SNAF, come La Rete dei Tesori e BookTrailer Italia.
La Rete dei Tesori è un’iniziativa alla quale gli SNAF partecipano a coppie con dei video in cui presentano e promuovono ciascuno il libro dell’altro, leggendone anche dei brani; un modo nuovo e originale per superare i limiti intrinseci dell’autopromozione, dal momento che si sa: chi si loda si sbroda.
BookTrailer Italia è invece, semplicemente e genialmente (modestia a parte) un canale YouTube, che non c’era, interamente destinato ad ospitare i BookTrailer dei libri degli autori italiani. A mio avviso, in questa società dell’immagine, il BookTrailer è un modo intelligente e moderno per trascinare un lettore nel mondo del proprio libro. Bastano pochi secondi di scene, suoni e scritte ben congegnate per conquistare una mente predisposta. L’ho provato sulla mia pelle! E chiunque abbia un BT già pronto, e che non contenga sequenze video o brani musicali protetti da copyright può contattarmi, inviarmelo e vederlo pubblicato in questo nuovo canale. Semplice. Come l’uovo di Colombo!
Quali sono gli Autori e le opere che hanno influenzato il suo essere lettore e scrittore?
Ce ne sono così tanti che mi sembra addirittura offensivo citarne solo alcuni e non altri. Sicuramente il fatto di aver letto tutto di Ken Follett ha avuto un peso non trascurabile nel mio modo di scrivere. Ma anche Clive Cussler, Tom Clancy o i nostri Luca Masali, Carlo Lucarelli, Maurizio Di Giovanni hanno lasciato il proprio segno. Ma se proprio dovessi trovare un nome, un singolo nome al cui stile di scrittura vorrei poter tendere, citerei Michael Crichton!
Quali sono i suoi prossimi impegni editoriali e professionali?
Non sarà originale, ma non c’è intervista che possa concludersi senza questa fatidica domanda e quindi, sono preparato! Innanzitutto sta per uscire, come sempre con Tabula Fati, l’originale antologia CONTAMINAZIONI, una raccolta di racconti scritti da autori che, come me, hanno già pubblicato uno o più romanzi con questa fantastica Casa Editrice e che presentano in questo libro delle storie inedite nelle quali gli stessi protagonisti dei loro romanzi si trovano alle prese, in un modo o nell’altro, con la pandemia che ha cambiato il mondo nel giro di pochi mesi. Una sorta di sequel, o meglio di spin-off, dal romanzo originale che permette ai lettori di prendere confidenza coi personaggi e con lo stile dell’autore e che, lo speriamo, possa fare da traino anche verso i romanzi da cui provengono i protagonisti di queste storie. Io non amo i racconti brevi, ma ho trovato questo progetto così interessante e innovativo che non ci ho pensato su neppure un minuto a partecipare. Chi ritroverete nel mio racconto? I personaggi di RALF, di EDEN o di VELI… Puoi torturarmi fino alla morte: non te lo dirò!
E poi, se vuoi sapere del mio futuro letterario, ovviamente non finisce qui, perché, come credo succeda a tutti coloro che amano scrivere, c’è sempre un nuovo libro, una nuova storia alla quale si sta lavorando. Non ci sto dedicando tutto il tempo vorrei ma non v’è dubbio che presto anche questo romanzo vedrà la luce. E una cosa posso promettertela, anzi spoilerartela, fin da ora: avrà un titolo costituito da quattro lettere maiuscole!
RALF – Il BookTrailer