Letto per voi… “Poesia dell’assenza” di Laura D’Angelo

La Rubrica online “Piazza Navona” ha letto per voi la silloge Poesia dell’assenza della scrittrice molisana Laura D’Angelo (Il Convivio Editore). Versi che indagano l’animo umano tra vuoti, mancanze e legami fatti d’amore. Non perdete l’Incontro con l’Autrice!

La trama

Laura D’Angelo, “Poesia dell’assenza” (Il Convivio Editore, 2023)

Poesia dell’assenza raccoglie ottantacinque componimenti di Laura D’Angelo suddivisi in tre sezioni: Miti, Maree e Ritorni. Come suggerisce il titolo al centro di questa silloge vi è il concetto dell’assenza da intendere come condizione fisica e spirituale. Ma anche sentimentale. Il vuoto e l’assenza di un bisogno d’amore e d’affetto da saziare, la mancanza di una risposta o di un perdono, il venir meno di uno sguardo, di una carezza che solo il ricordo o la potenza della mente possono saziare o placare. È così che Laura D’Angelo crea un dialogo tra sé e il suo Lettore rendendolo un canto universale, una danza poetica dal nostalgico ma vorticoso ritmo. Un canto di vita e di esperienza. Fisica, spirituale, emotiva e sentimentale.

Sul libro

Nell’aprile 2023 Il Convivio Editore pubblica la nuova raccolta della poetessa molisana Laura D’Angelo dal titolo Poesia dell’assenza con la prefazione di Giuseppe Manitta.

Il Convivio Editore

Ottantacinque poesie in cui l’Autrice (nobilitando la funzione stessa della Poesia) canta di un’assenza che potremmo definire universale e senza tempo. Non è un caso che la prima sezione della raccolta sia stata titolata Miti. Laura D’Angelo con assoluta consapevolezza di sé, del suo essere e del suo sentire scandaglia il concetto e il pensiero dell’assenza che sa essere sì vuoto ma anche pienezza. Vuoto di una presenza, di un gesto, di uno sguardo o di una parola e pienezza di questa stessa consapevolezza (appunto) ma anche come senso di libertà e di rinascita. In fondo, non tutte le assenze sono dolorose o subìte.

Laura D’Angelo, “Poesia dell’assenza” (Il Convivio Editore, 2023)

In un dialogo tra l’Io e l’Altro, tra l’esterno e l’interno, tra l’assenza e la presenza di pensieri e sentimenti, l’Autrice crea un felice e fedele rapporto con il Lettore ma anche con la parola. Quest’ultima dosata, ricercata e inserita con sapienza diviene la chiave di volta di un modo di essere e di sentire profondo, intimo e personale eppure tanto universale. Perché universali sono i sentimenti anche nella loro complessa diversità. Ma c’è anche un altro aspetto dell’assenza che Laura D’Angelo accarezza e canta con dolcezza: l’assenza di chi fisicamente non c’è più perché forze superiori lo hanno sottratto alla vita, agli affetti, allo scorrere del tempo bloccandolo nell’indefinito spazio della Morte. Sono mancanze che seppur così eteree sono fortemente sentite, subìte. Ma non solo. Esse, infatti, possono risultare “solo” apparenti poiché l’affetto, il cuore, il sentire le rendono vive, forse più vive e vicine di quanto non abbiano potuto esserlo nella realtà di tutti i giorni e, proprio per questo, ancor più indispensabili e sentite. Il Tempo, ecco un ulteriore protagonista dei versi della poetessa:

Laura D’Angelo, “Poesia dell’assenza” (Il Convivio Editore, 2023)

(…) il tempo che scorre senza dirci l’attimo
in cui ci siamo, in cui c’è tutto,
e ci perdiamo in discorsi vuoti
per un uso disattento dell’amore.

È in questa dimensione che tutto si dilata e si ristringe, si dona e si limita. Una dimensione indefinita eppure con dei limiti e delle condizioni ben precisi che non ammettono ripensamenti né la possibilità di recupero. Il tempo è ora ma è già passato. Ciò non significa che sia una condizione negativa ma richiede un’estrema consapevolezza e una forza di spirito notevoli per non essere vana o per rischiare che vada perduta.

Laura D’Angelo, “Poesia dell’assenza” (Il Convivio Editore, 2023)

E il motore di tutto questo cos’è per Laura D’Angelo? Semplice a dirsi: l’amore. Nella sua complessità più umana ma anche nella sua semplicità più assoluta, quella che spaventa per il suo essere così improvvisa, autentica e imprevedibile. È qui che tutte le risposte e le domande si formano e si creano. È qui, ancora, che l’essenza umana si muove, danza, piange, sorride, riposa e, all’occorrenza, chiede perdono. E anche nel ricordo di esso che tutto diventa perpetuo e la vita continua, si rimira e si crea:

(…) io resto vicino al tuo ricordo, io so
che continuo a cercarti e a trovarti

e tu neppure lo sai.

Ogni emozione è un movimento, ogni sentire è la prova della vita che cammina che continua e solo la fine è un dolore che non muore.

Laura D’Angelo, “Poesia dell’assenza” (Il Convivio Editore, 2023)

Questo e molto di più è Poesia dell’assenza che Laura D’Angelo nella sua Nota dell’Autore che chiude il volume avvicina, così come il suo verso, all’arte e alle opere dello scultore polacco Igor Mitoraj caratterizzate dalle loro dimensioni, dal loro richiamo all’arte greca e dalle fratture che – metaforicamente – il tempo e l’agire delle condizioni atmosferiche e dell’uomo stesso hanno provocato. Segni che diventano distintivi, preziosi, unici testimoni di una vita e di una storia. O della profondità di una particolare assenza che si fa ferita testimone del Tempo. Per tutto questo la poetica, la delicatezza, la pulizia del vero di Laura D’Angelo sono uniche e autentiche. Esse provengono dalla sensibilità di un animo che canta senza mai stonare trovandosi in perfetto accordo con l’armonia dello spazio e del tempo nella sua dimensione fisica e spirituale. Esse derivano dal profondo, da un’assenza che grida e (ri)chiama a sè una presenza purché essa torni per amore. Esclusivamente per amore. Solo allora sarà estremamente vera e si farà balsamo di ogni dolore.

Incontro con l’Autrice

La scrittrice e poetessa Laura D’Angelo (Per gentile concessione di Laura D’Angelo)

Come è avvenuto il suo incontro con la scrittura e con la poesia in particolare?

Innanzitutto grazie di cuore gentilissima Chiara per l’attenzione e lo spazio riservato a me e ai miei versi. Il mio incontro con la scrittura è iniziato prestissimo, così come con la lettura. I libri mi hanno sempre affascinato, sono sempre stati scrigno di bellezza e di verità, attraverso i loro viaggi di carta mi hanno insegnato a leggermi dentro e allo stesso tempo a specchiarmi nell’altro e nelle altrui realtà: i libri mi hanno insegnato a fare dei miei sentimenti una voce universale laddove potessero essere punto di incontro delle emozioni altrui e viceversa. Mi hanno insegnato con bellezza e incanto struggente a comprendere come il cuore degli uomini batta per tutti allo stesso modo, e soprattutto per poche cose davvero importanti: l’amore, il dolore, la paura della fine, il desiderio di felicità, il bisogno di essere, il dramma della incompletezza.

Laura D’Angelo, “Poesia dell’assenza” (Il Convivio Editore, 2023)

La poesia, così come la scrittura, colmano un bisogno di espressione, rappresentano la compensazione del dissidio che sussiste tra la percezione sensoriale e il tentativo della restituzione della percezione. Il mio incontro con la poesia, così come con la scrittura, è iniziato da bambina, con una marea di libri, albi illustrati, fumetti, enciclopedie con disegni colorati, romanzi per bambini che leggevo ovunque. Ho sempre amato scrivere, inventare storie. A pensarci adesso già da piccola scrivevo lettere d’amore e bigliettini pieni di sentimento. Sono stata la classica ragazzina che riempiva di annotazioni e sogni il proprio diario segreto, forse già da allora non volevo perdere nulla, di quanto vissuto o provato. Tutto questo è poi proseguito nei miei studi classici e accademici, durante i quali ho avuto la possibilità di tradurre i lirici greci, Saffo e Catullo in particolare, nonché di approfondire la conoscenza dei moderni, attraverso la ricerca scientifica che amo moltissimo.

Come è nato il progetto editoriale Poesia dell’assenza?

Laura D’Angelo, “Poesia dell’assenza” (Il Convivio Editore, 2023)

Poesia dell’assenza (Il Convivio editore, 2023) non è stato un progetto definito a priori. È stato un progetto che ha preso volto alla fine, come le tessere di un mosaico, per scoprire che quel filo di dolore e di amore che aveva intessuto anni e versi in realtà tracciava l’immagine di un volto, richiamandone immediatamente un altro (come si può vedere nella copertina). Poesia dell’assenza è una dichiarazione d’amore. È una denuncia dolorosa dei vuoti che fanno male, delle assenze che subentrano nella vita, del dolore che ci cambia, ma è un libro pieno di tutto: alle mancanze subentrano le presenze del cuore. Quel filo è il segno di un legame che annullando i vuoti, diventa indissolubile presenza. La poesia è un po’ quel rocchetto di filo che perpetua l’incanto, una carezza indelebile.  

Al centro della sua silloge ci sono l’assenza e il vuoto che essa provoca. Assenza che, però, sa diventare anche presenza costante di un ricordo o di un nostro caro. Qual è il suo rapporto con l’assenza?

Laura D’Angelo, “Poesia dell’assenza” (Il Convivio Editore, 2023)

L’assenza, nella sua veste dicotomicavuoto-pieno, presenza-mancanza, aspirazione ad essere-irrealizzabilità, incompletezza, è una costante della nostra esistenza. Il mio rapporto con l’assenza può essere ben espresso dal termine saudade, così come attestato a partire dalla lirica medievale: quel sentimento struggente di malinconia per «un ricordo doloroso di un bene che è assente, o da cui siamo lontani, e desiderio e speranza di tornare a gioire di esso; espressione di quell’affetto diretto a persone assenti; il vuoto nostalgico e straziante che opprime il cuore umano» (Treccani); è dunque un termine poetico per eccellenza che esprime bene l’ispirazione che è sottesa al mio testo.   

Altro elemento portante di Poesia dell’assenza è l’amore inteso come forza, fragilità ed energia ancestrale. In che modo è riuscita a rendere un concetto, un sentire così universale con tanta delicatezza e purezza senza mai cadere nella trappola della banalità?

La scrittrice e poetessa Laura D’Angelo (Per gentile concessione di Laura D’Angelo)

Grazie per la bella osservazione. Franco Manzoni, un critico letterario che stimo moltissimo e che ha dedicato gran parte della sua produzione lirica al tema dell’assenza, nella sua recensione al mio volume sulle pagine de la Lettura de «Il Corriere della sera», scrive: «Con dolcezza e tormento, Laura D’Angelo inganna l’umana fragilità con la voglia di riscatto e la forza primordiale dell’eros». Credo che il segreto sia riconoscere con semplicità la nostra fragilità umana, senza fingere di essere qualcun altro, ma quando amiamo non siamo mai fragili. L’amore ci rende forti, e l’amore è una forza primordiale.   

Qual è stato il componimento più difficile da tradurre su carta? E perché?

Laura D’Angelo, “Poesia dell’assenza” (Il Convivio Editore, 2023)

Credo che i componimenti più difficili siano quelli più dolorosi, quelli legati fortemente al senso della fine, al dramma di ciò che si è perduto, alla disperazione per quello che non si è saputo apprezzare o che magari non si riesce a vivere come meriterebbe o come vorremmo. Mi piacerebbe chiudere ogni poesia con un abbraccio stretto (sarei appiccicosa, lo so), per rimanere attaccata alle cose importanti. La tenerezza a volte sa far male, ma mi sento ancora quella bambina di un tempo che ha bisogno di dire ciò che prova e che vorrebbe stringere a sé ciò che conta. È per questo che ogni testo in realtà è una piccola dichiarazione d’amore.  

Nella Nota dell’Autore che chiude Poesia dell’assenza lei accosta la sua poetica alle sculture dell’artista polacco Igor Mitoraj. Potrebbe approfondire questo legame e questa visione della sua scrittura in relazione con l’Arte?

Lo scultore polacco Igor Matoraj e una sua opera (Ph. dal web)

Come scrivo a conclusione di volume, nelle sculture dell’artista polacco Igor Mitoraj, il mito classico perde la sua statuaria sicurezza per esprimere il dramma della modernità all’insegna di una nuova fragilità esistenziale: le figure della tradizione, ipostasi di un’etica e di un significato che travalica mode e tempi per un assoluto di bellezza e perfezione, vengono adesso riprodotte dall’artista, nel bianco marmo della citazione, ma solo per spezzarle, per riempirle di fratture, per evidenziare quei segni che lasciano emergere il dramma di una identità minacciata dalla perdita, dal dolore, dalla contemporaneità, dall’assenza che è materica, è una ferita che lascia segni nell’io più profondo. Il mito è sì presenza nostalgica e fonte di sublimazione, ma è funzionale ad esprimere non «la cresta spumeggiante delle antiche storie che si avventano su chi le ascolta, ma il suono cupo della risacca che porta con sé i sassi smossi dall’onda» (Guidorizzi). Come evidenzia bene Giuseppe Manitta, nella Prefazione, l’opera non si risolve però in uno scenario umbratile perché l’amore diventa risposta di senso, dalla quale nasce la forza per il riscatto. 

La scrittrice e poetessa Laura D’Angelo (Per gentile concessione di Laura D’Angelo)

Quali sono le opere e gli Autori che hanno influenzato il suo essere scrittrice, lettrice e anche filosofa?

I classici, sempre. La letteratura greca, la letteratura latina e poi Petrarca, Dante, Cavalcanti, Leopardi, D’Annunzio, Borges, Luzi, Ungaretti, Montale. Amo molto la letteratura inglese e leggere la narrativa e la poesia contemporanea. Adoro Gabriella Sica e la sua grazia raffinata.  

Qual è il verso o la poesia che avrebbe voluto scrivere? E perché?

“È l’amore./ Dovrò nascondermi o fuggire” di Jorge Luis Borges. Perché l’amore è una forza che sconvolge la nostra vita, ma è nascondendoci che forse ci riveliamo davvero. Si ritorna sempre per amore.

Laura D’Angelo, “Poesia dell’assenza” (Il Convivio Editore, 2023)

Secondo lei, quale ruolo ha la poesia nel panorama editoriale contemporaneo?

Credo che la poesia sia una voce importante, come prodotto letterario di livello, legata com’è alla tradizione e alla trama significante e sensoriale dell’esperienza individuale e collettiva, dunque quale forma più alta di umanità in cui specchiarsi e trovare se stessi. La poesia ha il compito di arricchire di significato oggi una contemporaneità che tende a svuotare di senso la dimensione esistenziale, a mettere da parte il dolore, l’impegno, il senso di sacrificio, l’amore come sentimento cui conformare se stessi o le proprie scelte, a vantaggio di vuote superficialità che ci danno l’illusione di essere padroni di noi stessi ma in realtà depauperano il senso del nostro sentire. Penso che sia importante tornare a parlare all’anima, con semplicità e onestà. Non amo i testi ridondanti, l’oscurità caotica e eccessiva di tanta produzione poetica moderna, che crede che per rivelare è necessario essere incomprensibile. Credo che nella semplicità (che non è banalità) ci sia il segreto della limpidezza e della purezza.     

Laura D’Angelo, “Poesia dell’assenza” (Il Convivio Editore, 2023)

Cos’è per lei la poesia?

La poesia è il tentativo di dire l’indicibile, è la voce lirica del dolore e dell’amore, è la compensazione alla sottrazione della vita e del tempo, una risposta al vuoto esistenziale o valoriale. È un testo letterario con vocazione estetica che si avvale degli strumenti della tradizione per reinterpretarli alla luce di un proprio personale modo di sentire, che ovviamente non si deve limitare alla enunciazione solipsistica e individualistica ma deve essere capace di richiamare e relazionarsi con l’universale.

Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali e professionali?

Ho in programma nuove pagine. È proprio vero che si ritorna per amore.

 

 

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