Letto per voi… “Melting Point” di Baret Magarian

La Rubrica online “Piazza Navona” è felice di ospitare ancora una volta lo scrittore Baret Magarian e di parlarvi del suo libro “Melting Point”(Quarup). Dieci racconti in bilico tra realtà e surrealismo i cui protagonisti si spingono sino al proprio “punto di fusione”. Non perdete l'”Incontro con l’Autore”!

La trama

Baret Magarian, “Melting Point” (Quarup, 2017)

Dieci racconti. Dieci storie ognuna con propri protagonisti e ambienti diversi. Un uomo che non riesce a realizzarsi se non dopo uno strano incontro con due uomini che lo colpiscono e feriscono quasi a morte, una donna divisa tra due amanti, un fruttivendolo burbero e violento, un poster cui non si può resistere, due sorelle in vacanza coinvolte in un massacro, un corriere che deve consegnare un pacco che prende vita e brucia letteralmente, una ragazza in cerca di lavoro che viene assunta in un ristorante che funge da copertura per riciclaggio di denaro sporco nascosto dentro un enorme orologio appeso al muro… Tanti volti. Tante storie. Tristi, melodrammatiche, surreali ma sempre tinte  di ironia. Uomini, donne, storie, (dis)avventure, incontri… che la scrittura di Baret Magarian rendono reali e possibili.

Sul libro

La Rubrica online “Piazza Navona” ha già avuto il piacere e l’onore di conoscere e di incontrare Baret Magarian quando ha presentato ai suoi lettori il romanzo Le macchinazioni. Avere la possibilità di ospitare ancora una volta lo scrittore inglese ma italiano di adozione e la sua scrittura è un privilegio e una grande soddisfazione.

Quarup

Quest’oggi, infatti, la Rubrica online “Piazza Navona” vi presenta la raccolta di racconti Melting Point con la quale Baret Magarian si è fatto conoscere al pubblico italiano. Il libro pubblicato nel 2017 dalla Casa Editrice Quarup è impreziosito dalla nota finale Storia di un incontro scritta da Jonathan Coe, il celebre scrittore britannico e caro amico del nostro Autore.

Melting Point anche se scritto anteriore rispetto al già citato romanzo Le macchinazioni è una conferma. La penna di Baret Magarian ha uno stile tutto suo mescolando onirismo, surrealismo e realtà strizzando un poco l’occhio, per linguaggio e costruzione misurata e diretta dei periodi, a un altro grande della Letteratura americana e non solo, ovvero Charles Bukowski.

Lo scrittore Jonathan Coe

Ma procediamo con ordine.

Melting Point… l’Autore non avrebbe potuto scegliere titolo migliore per la sua opera. Perché? Presto detto! Tale espressione, infatti, viene tradotta nella lingua italiana con “punto di fusione” ovvero la temperatura adatta in cui un oggetto dallo stadio solido passa a quello liquido.

Nel libro, infatti tutti i protagonisti attraversano, ognuno a suo modo, il proprio “punto di fusione” modificando(si) e attuando un “cambio di pelle”, una trasformazione soprattutto interna e interiore.

Tutto questo lo si ritrova esattamente in ciascuno dei dieci racconti dove le creature inventate da Baret Magarian (seppur ognuna con le proprie caratteristiche e peculiarità) sembrano essere, allo stesso tempo, partecipi ed estranee alle proprie vicende. Corpi in carne e ossa ma anche fantasmi di sé stessi. In bilico perenne e in perfetto equilibrio tra la realtà, l’onirismo e il surrealismo.

Baret Magarian, “Melting Point” (Quarup, 2017)

In questi racconti tutto è possibile. E tutto quello che sembra possibile sembra addirittura impossibile proprio perché lontano dalla realtà. Eppure reale poiché accade. Probabilmente anche gli stessi protagonisti se si toccassero sentirebbero i loro corpi fluttuanti o se si specchiassero faticherebbero a trovare il loro riflesso nello specchio.

Impalpabili eppure reali. La consistenza ideale, forse, per stare al mondo. E affrontare la vita così come fanno le donne e gli uomini che animano le pagine di Melting Point.

Racconti che tradiscono e svelano la profonda passione dell’Autore per il Cinema. Non è un caso che vengano nominati registi come Billy Wilder, Quenebec, Herzog e film come Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick… che sia di buon auspicio affinché la Settima Arte decida di trasformare in immagini le parole di Baret Magarian?

Baret Magarian, “Melting Point” (Quarup, 2017)

Certo è che l’Autore non tradisce la sua natura facendo del suo stile narrativo il suo marchio di fabbrica, sviscerando la psiche dei suoi personaggi sino allo stremo, sino a stracciargli l’anima che poi offre nella sua più assoluta nudità e verità al Lettore. Quest’ultimo non può restarne indifferente. Può far fatica ad entrare in quel calderone non confuso ma caldo, dove librano esseri, pensieri, ricordi, fatti, volti, persone… può entrare o meno in comunione con esso. Ma non ne resterà mai deluso. Sempre un passo indietro la verità. Sempre un passo avanti la fantasia.

Incontro con l’Autore

Lo scrittore Baret Magarian (Per gentile concessione di Baret Magarian)

Come è nato il progetto editoriale di Melting Point?

Nove anni fa ero su un volo per Larnaca, Cipro, in procinto di iniziare una vacanza in compagnia di amici. C’era qualcosa di vagamente importante nella mia sensazione di eccitazione e di liberazione dalle abitudini quotidiane e dalle routine mortali in cui la vita normale può scivolare.

A circa due ore dall’inizio del volo accadde un’altra cosa vagamente importante, scivolando fuori da sotto l’epidermide stanca e callosa del quotidiano. Era quasi impercettibile, una tensione indefinita nello stomaco, un fremito di eccitazione emancipante. Riconoscevo a metà quella sensazione, anche se non mi era del tutto familiare. Ho tirato fuori il mio MacBook e ho iniziato a scrivere, e dopo un’ora e mezza ne ho avuto una storia più o meno completa prima di me (la storia si sarebbe eventualmente intitolata Orologio; è il secondo della raccolta). Aveva bisogno di un po’ di rimescolamento, di lucidatura, un po’ di poliestere, forse qualche iniezione di botox letterario, ma avevo davanti a me la “cosa in sé”, il bolo essenziale del pezzo. Ero piuttosto soddisfatto, non avevo mai provato prima questo tipo di facilità creativa.

Baret Magarian, “Melting Point” (Quarup, 2017)

Ma poi, mentre ero in vacanza, la stessa cosa è successa in altre due occasioni. Storie più o meno complete caddero più o meno da me, o dal mio cervello, o da ciò che ne resta. Forse aveva qualcosa a che fare con le brezze cipriote, le mezedes o la penombra di pace che scorreva sulla mia coscienza come un amante mistico nella notte.

Dopo la terza di queste epifaniche esplosioni creative ho iniziato a rendermi conto che avrei potuto intraprendere quel lungo, fastidioso, meraviglioso viaggio, noto anche come la composizione di un libro. Ora, molte idee per le storie stavano spuntando come funghi, tutte esigenti di essere sviluppate e realizzate. È stato piuttosto meraviglioso e misterioso e ho iniziato due, tre, quattro storie in uno spirito di eccitazione e lieve delirio.

Lo scrittore Baret Magarian (Per gentile concessione di Baret Magarian)

In poche altre occasioni altre storie “si sono scritte da sole”. Ricordo molto chiaramente che prima di iniziare a scriverle non avevo assolutamente idea di cosa sarebbero state le storie, nessuna idea di quale fosse la storia o trama di base, o di chi fossero i personaggi. In qualche modo sono riuscito a penetrare in profondità in un crogiolo sotterraneo di creatività fusa e tirare fuori queste piccole pepite di narrativa.

A cosa è dovuta la scelta di questo titolo?

Mi è sempre piaciuta l’idea di sciogliersi. È qualcosa di ambiguo, è una liberazione, ma è anche una specie di morte, una specie di conclusione. Se sciogli un blocco di ghiaccio, il ghiaccio viene in qualche modo liberato, è una sorta di libertà da una prigione, la prigione del blocco di ghiaccio. Allo stesso tempo, è anche una diminuzione. L’oggetto scapperà, diventerà intangibile, alla fine evaporerà. Non è più cemento, diventa acqua e l’acqua non può essere afferrata, raccolta. Nella vita penso che ci si possa sciogliere e si possa diventare acqua. Questo è solo uno dei temi che guardo nel libro.

Baret Magarian, “Melting Point” (Quarup, 2017)

Lei è anche Autore di romanzi: qual è il suo approccio a questi due diversi tipi di narrazione?

Un racconto è come uno sprint, un romanzo è come una maratona. Di conseguenza sono necessari diversi livelli di energia. Potresti anche dire che un racconto è come un’avventura, un romanzo come un matrimonio. Un’ultima analogia, e poi prometto che mi fermerò: le storie sono come i viaggi in autobus, e come gli autobus a volte arrivano tutti insieme, e i romanzi sono come i voli dall’Europa all’Asia, lunghi, solitari, ma pieni della promessa di un’illuminazione finale.

Qual è il racconto di Melting Point che è stato più difficile da trasportare su carta? E perché?

Lo scrittore Baret Magarian

Probabilmente The Opiate Eyes of the Buddha perché è pieno di una violenza piuttosto orribile, che devo dire, è stato angosciante cercare di scrivere. La violenza era in realtà basata su un’esperienza di vita reale che ho avuto durante un viaggio in Sri Lanka. Ma il racconto ha anche un lato molto positivo che riguarda la presenza del mare: il mare è molto importante per me; è, in un certo senso, un punto di partenza. Per me è un luogo trascendentale, dove puoi osservare la luna che controlla le maree e così via. È quasi un ponte verso altri mondi e pianeti, anche se non uno puoi lasciare questo. Penso che sia una cosa elementare. Ci sentiamo stranamente a terra in mare, anche se è tutta acqua. Ovviamente, il mare può essere piuttosto terrificante, con tsunami e cose del genere. Per me, invece, la spiaggia, dove si vede il mare, è sostanzialmente positiva. È un luogo in cui ci allontaniamo dalla consueta consistenza quotidiana della vita e potenzialmente tocchiamo qualcos’altro. In altre parole, è quanto di più vicino possiamo arrivare alla trama dell’eternità, al divino, se vuoi.

Dedica dello scrittore Baret Magarian a Chiara Ricci

E quello più “semplice”? E perché?

Penso che Orologio, uscito più o meno in una volta, come ho detto prima … sia stata una storia divertente da scrivere, giocosa, un po’ surreale, la storia detta una certa leggerezza ed eccentricità e queste cose hanno reso facile comporre.

Qual è l’aspetto della narrazione e del suo stile che vorrebbe far emergere da Melting Point?

Non voglio che colpisca qualcuno in testa con un martello, ma voglio che il trascendente sia lì a un livello sottile. Le opere letterarie che amo veramente o alle quali rispondo hanno un elemento di poetico o magico. Ad esempio, mi piace la scrittrice brasiliana Clarice Lispector. La gente diceva dei suoi scritti che erano come la stregoneria e, in un certo senso, è ciò a cui aspiro. Questo è uno dei più grandi riconoscimenti per uno scrittore. La scrittura è magica, ma è anche un trucco magico. Stai cercando di ipnotizzare il tuo lettore. Stai mandando le persone in trance. Credo che la letteratura debba avere qualche aspetto simile, o almeno debba toccare qualcosa che non riguardi il commercio e gli affari della vita quotidiana.

Baret Magarian, “Melting Point” (Quarup, 2017)

A chiudere il suo libro vi è una nota di Jonathan Coe. Può raccontarci della vostra amicizia e del vostro legame letterario?

È un grande amico, un grande spirito, generoso, nobile e umile. E, naturalmente, un grande scrittore che riesce a costruire romanzi labirintici con trame perfette e personaggi toccanti, umani, universali. Per me Jonathan è stato anche una sorta di mentore, una luce nell’oscurità. Credeva in me come scrittore.. mentre gli altri no.

Lo scrittore Jonathan Coe

Quali sono il romanzo e il racconto della Letteratura che avrebbe voluto scrivere?

Veramente non ci ho pensato… ma posso dire che Il Mago di John Fowles è un romanzo che ammiro tantissimo. Anche Amore di Clarice Lispector, un racconto stupendo.  Un altro romanzo che è molto vicino al mio cuore è 2666 di Roberto Bolano. Ho incontrato Roberto una volta in un sogno … lui è il mio eroe.

Se potesse paragonare un film alla sua raccolta di racconti: quale o quali sceglierebbe?

Forse a Magnolia di Paul Thomas Anderson, un film che amo tantissimo. 

A proposito di cinema. Alcuni suoi racconti sembrano essere scritti appositamente per il grande schermo. Ha mai pensato a questa possibilità?

Baret Magarian, “Melting Point” (Quarup, 2017)

Sì, certamente, mi piacerebbe tanto adattare uno dei miei racconti per il cinema, ma purtroppo non ho tanta speranza. Come sappiamo il cinema sta morendo e non ci sono molti film in giro che non siano una sorta di blockbuster o actionfilm, ecc. Per essere realistico non c’è molta probabilità per un scrittore oggi che non sia J. K. Rowling o Stephen King di avere uno dei suoi libri trasformato in un film. Secondo me prima era molto più facile, malgrado l’emergere della pellicola digitale..

Ha nuove idee per il suo prossimo racconto e il suo prossimo romanzo?

Sto cercando di finire un secondo romanzo e sto lavorando a una seconda raccolta di storie. Una di quelle storie riguarda un uomo su un treno che scopre che il treno è un portale per l’inferno, il paradiso e il purgatorio. Dante sull’Orient Express o L’aldilà su Frecciarossa. O qualcosa in tal senso…

 

 

 

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