A pochi giorni dalla chiusura del Festival di Sanremo la Rubrica online “Piazza Navona” vi parla di musica in modo un po’ insolito presentandovi il libro La musika mai suonata di Claudio Collu (Catartica Edizioni). E non perdete l’Incontro con l’Autore!
La trama
La musika mai suonata di Claudio Collu è una raccolta di suoi testi scritti dall’inizio del 1990 fino al 1996. È un vero e proprio viaggio nella musica underground italiana ma anche nella vita e nella passione smisurata di un autore, di uno scrittore e di un giovane paroliere. Il libro, infatti, va immaginato come fosse la custodia di un doppio vinile da collezione contenente ben nove album e oltre centoventi tracce. Così, Componimenti sparsi, Demo tape: Morte e Speranza, La tempestosa bellezza del terrore, Demo tape: Hell Punk, Primavera, Punk nelle strade, Electric Love, Miscellanea e Murder tonight vanno a comporre questo inno alla musica scritta “solo” a parole e che ha raccontato non solo l’Italia degli inizi degli anni Novanta ma anche la sua società, la politica, la cronaca, i fatti, la gioventù, gli umori, l’amore che si respiravano e si vivevano allora senza dimenticare di rendere omaggio al punk, al rock e ai loro protagonisti che hanno fatto grande la storia della musica, dagli Scorpions ai Kiss, dai Metallica a Ozzy Osbourne.
Sul libro
Abiurò le apparenze, le mode, il vestire o atteggiarsi da “fighetto”, pagandone spesso e volentieri le conseguenze, perché il suo tentativo di eliminare ogni forma di pregiudizio e di accogliere tutti, compresi coloro che venivano considerati meno di niente, unendo un abbigliamento stravagante, lo portò a scontrarsi con chi viveva in una gabbia dorata proclamata a verità assoluta, giungendo qualche volta anche allo scontro fisico.
Nell’ottobre 2022 Catartica Edizioni pubblica nella Collana “Tremori” il libro La musika mai suonata di Claudio Colli. Non c’è che dire: questo libro è sintomo di coraggio e di pura genialità sia da parte dell’Autore sia da parte dell’Editore! I due, infatti, con la realizzazione e la pubblicazione di questo libro non solo ci riportano ai fasti musicali e all’adolescenza targati “anni Novanta” ma ci regalano un vero e proprio viaggio all’inverso all’interno di un processo musicale. Ascoltarne le parole! Sì, perché Claudio Collu appassionato adolescente in quell’Italia dei mondiali ’90, di Non è la Rai, di Beverly Hills 90210 e Melrose Place ha scritto oltre 120 canzoni che in questo volumi vengono suddivise in nove parti. O album. Album al contrario. Parole senza musica la cui lettura, però, trova un suo ritmo, una sua armonia, un suo ritornello. Vita, insomma.
Sono canzoni che ci raccontano di delusioni amorose ma anche di innamoramenti, di paure ma anche di grande coraggio, di inquinamento e di televisione, sono una dura critica alla politica e alla società di allora ma anche sguardi fiduciosi verso il futuro. Si tratta di versi che fungono da specchio di una società ben precisa e ben inserita nel proprio tempo. È un’anima pura che scrive. È la voglia di vivere a cantare. I versi di Claudio Collu molto spesso si trasformano in poesia, ballate, ma possono essere anche rap e rock duro. Tutto sta anche al Lettore e al suo mondo. Questa, forse, è la peculiarità di La musika mai suonata, ovvero proprio quella di non essere mai stata dotata di un’armonia. È compito (forse anche indiretto) del Lettore accostarvi il giusto ritmo e il sound più adatto. Claudio Colli, però, ha anche un altro merito oltre quello di richiedere il coinvolgimento totale del suo pubblico (quasi fosse un concerto!). L’Autore ci riporta alla poetica, allo stile e alla forza della musica underground e punk tutta italiana e assai ribelle. Così, i suoi versi divengono dei veri e propri manifesti schierati politicamente, moralmente, civilmente ma anche omaggi ai sentimenti in tutte le loro sfumature, al rock duro e a quelle meravigliose ballate che solo il rock ha saputo dotare di una dolcezza tutta speciale. A tal proposito chiari sono i riferimenti agli Scorpions, a Ozzy Osbourne, ai Kiss…
Eppure c’è un ultimo aspetto che erroneamente rischia passare inosservato e che, invece, è parte della vera anima di La musika mai suonata. Con questo intendiamo il coraggio di Claudio Collu adolescente, giovane uomo che nonostante tutto e tutti ha inseguito la sua musica, ha scritto i suoi pensieri, le sue idee, i suoi timori e le sue sofferenze. Ha immaginato le sue riflessioni in musica e con esse è cresciuto. Con grande coraggio e spirito responsabile. Certamente più libero e consapevole.
Il ragazzetto timido e allampanato iniziò un nuovo percorso esistenziale, che lì a pochi anni, lo portò a sciogliere diversi veli di Maya, obbiettando su com’era strutturato il mondo. E così, anni dopo, con la musica, scoprì anche le vere miserie che ci circondano e, forte dell’entusiasmo sognatore tipico della sua età (all’epoca quasi maggiorenne) decise nel suo piccolo di dare un contributo contro le brutture di questo piano dell’esistenza.
Incontro con l’Autore
Come è avvenuto il suo incontro con la musica e la scrittura?
Buon Giorno. L’incontro con questi due potenti mezzi espressivi è avvenuto tantissimo tempo fa, quando ero un piccolo pulcino, incuriosito dai fumetti (Tex in primis, grazie alla collezione di un mio zio, ma anche Topolino, ad esempio, e i super eroi pubblicati dalla Editoriale Corno), dai cartoni animati, dalle illustrazioni presenti nei libri per l’infanzia e nei testi delle elementari, mentre per la musica, oltre alle classiche e mitiche sigle dei cartoni, in particolare dei cartoni giapponesi ( siamo alla fine degli anni ’70), mi piaceva ascoltare tutto quello che passava in convento; dalla disco al rock, al pop, alla musica popolare. Una parte, dunque, della mia personale e mai esaurita “scoperta del mondo”.
Come è nato il progetto editoriale di La musika mai suonata?
Il progetto “ufficiale” è nato circa sei anni fa. Tra le tante idee che mi frullavano per la testa, mi chiesi: “Perché non provare a lasciare una piccola testimonianza della scena sarda dei primi anni ’90, mettendo su una raccolta di componimenti scritti all’epoca, ma allo stesso tempo cercare di non eseguire una prevedibile operazione nostalgica, dando una continuità ideale e temporale, che riconduca il tutto ai giorni nostri?” Ed ecco le origini di questo progetto, mettendo in evidenza, come suggerisce appunto il titolo del libro, la pubblicazione di testi inediti, mai suonati.
Quali sono gli stili, i cantautori, i musicisti, gli scrittori che hanno influenzato la sua scrittura musicali, i suoi versi?
Questa è una bella domanda. Non calco la mano, altrimenti esce fuori un altro libro! Le influenze sono tantissime, ma l’approccio posso considerarlo tranquillamente “PUNK”; anche per me una vera Rivoluzione, non solo musicale, ma anche di attitudine, impegno, volontà di non farsi sommergere, unito ovviamente al Vissuto e alla continua ricerca di Libertà.
Lei è anche autore di poesie. Quali differenze riscontra tra la scrittura poetica e quella, per così dire, musicale?
Differenze, personalmente, non ne vedo poi così tante. A me piace il verso libero, cercando di catturare l’Istante Magico, per poi riprodurlo inizialmente su carta. Il lavoro di limatura (quando si ritiene giusto farlo) viene dopo, senza snaturare ovviamente il significato intrinseco del testo. Idem riguardo la scrittura persona le di un testo; forse la differenza sta principalmente nel sintetizzare di più ciò che si vuol dire; ma spesso, anche in poesia utilizzo pochissime frasi, sempre in virtù di quel famoso Istante Magico. Come in una foto che cattura un determinato e preciso Attimo Temporale.
La musika mai suonata riporta alla mente la musica underground, il punk ma anche quelle splendide ballate che solo il rock ha saputo e potuto generare. Oggi, di tutto questo fare e pensare musica cosa è rimasto?
Per rispondere anche a questa domanda, occorrerebbe un trattato più lungo della Grande Muraglia. Posso rispondere a titolo personale. I tempi sono ovviamente cambiati. Tante belle cose di allora non ci sono più, o meglio, non sono più così diffuse in maniera capillare come una volta, tipo partire all’avventura per vedersi un concerto di band locali, senza sapere come saresti tornato o dove eventualmente avresti coricato; ho tanti aneddoti da raccontare, ma sarà per la prossima volta. Anche i gusti musicali sono cambiati, ma trovo che il confronto con le generazioni più giovani rimanga sempre l’arma migliore per non fossilizzarsi e rinchiudersi dentro la fragile e dorata torre della Nostalgia. Lo Spirito Soggettivo e Collettivo di ribellarsi ci sarà sempre nell’Animo dei Ragazzi, anche con formule che per un cinquantenne come me potrebbero risultare a primo acchito incomprensibili.
Come nasce un testo di una canzone? Da chi o cosa ha tratto ispirazione per i suoi versi?
Come nasce? Dipende dai tanti fattori che si hanno di fronte, dai momenti vissuti, dai colori e dalla bellezza del Creato, dalla rabbia davanti alle ingiustizie che rendono questo mondo un anticipo d’inferno, dalle mie paure, dalle mie modeste aspirazioni… Mi ricollego idealmente alla risposta numero quattro.
I suoi testi sono un ritratto anche del nostro Paese, della nostra storia. Il tempo passa ma alcune “posizioni”, alcuni “atteggiamenti” sono rimasti gli stessi. In tal senso, qual è il valore della musica e della parola musicale pensata come riflesso del tempo e della storia?
Penso alla difficile scelta di intraprendere un percorso di vita militante e di voler rompere in continuazione gli schemi della “normalità” imposta e di conseguenza assistere non passivamente a tutto il marciume che c’è dietro il “velo di Maya” di questa assurda società dei consumi, delle apparenze, dello sfruttamento, della paura dell’Altro. Un percorso sonoro molto personale, innestato agli umori passati, presenti e, sperando in meglio, futuri.
È una domanda difficile ma non posso non farla: cos’è per lei la musica? E qual è l’emozione più forte e profonda che le lascia?
La musica è una trasposizione dell’Esistente Circostante.
Tra tutti i suoi testi a quale sente di essere particolarmente legato? E perché?
Tutti i testi presenti nel libro sono il frutto di un’accurata selezione del tantissimo materiale scritto allora, stiamo parlando di roba composta tra il 1990 ed il 1996. E mi sento legato a tutti quanti, senza troppe distinzioni, perché ciascuno di essi è stato pensato e scritto in un determinato momento particolare.
Oggi, secondo lei, rispetto agli anni Novanta e al sentire di allora… come e quanto sono cambiate la musica, la sua percezione e realizzazione?
Domanda impegnativa. La commercializzazione e l’atteggiamento Poseur è andato purtroppo troppo avanti, ma ci sono ancora ragazzi e ragazze, non sempre e per fortuna (w le Diversità di Espressione) provenienti dal mondo del Rock Underground, che hanno tanto da dire e da fare, con i quali e le quali costruire ponti generazionali di dialogo e rispetto è sempre un buon auspicio.
Qual è la sua canzone preferita in assoluto? E perché?
Dovrei vedere tra le oltre 300 che amo incondizionatamente. Qualche titolo? Planet Caravan dei Black Sabbath per la sua profondità cosmica, Unchalleged Hate dei Napalm Death, per il testo e la Super Potenza Sonora, Verrà dei Peggio Punx, ottimo brano “Completo”, e tantissime altre, anche meno datate temporalmente.
Quali sono i suoi prossimi impegni e progetti editoriali?
La passione per la scrittura Tout Court è sempre continua. I prossimi progetti? In testa ce ne sono tanti, vedremo quali attuare prossimamente, per ora cerco di concentrarmi con la Promozione di quest’ultima fatica. Grazie di cuore!