Letto per voi…”Alberto Martini. Ritratto segreto” di Paola Bonifacio

La Rubrica online “Piazza Navona” è lieta di presentarvi Alberto Martini. Ritratto segreto di Paola Bonifacio (Graphe.it Edizioni). Il “romanzo verità” dell’artista visionario e precursore del surrealismo. E non perdete l’Incontro con l’Autrice!

La trama

Paola Bonifacio, “Alberto Martini. Ritratto segreto” (Graphe.it Edizioni, 2024)

Milano, primavera 1955. (…)
Buonasera, sono Maria Petringa (…)
Pronto…Pronto? Parlo con Agnese Colombo della portineria del 38659 di Via Vigoni?
Mi dica!
Ho bisogno di entrare nell’appartamento di mio marito…Lei ha le chiavi?
Signora… Petringa, ha detto? Ma,  mi scusi, qui non c’è nessun Petringa (…)
Ah  già, mi perdoni, Petringa è il mio cognome  da ragazza. Mio marito si chiamava Martini, Alberto Martini (…)

È così che ha inizio Alberto Martini. Ritratto segreto di Paola Bonifacio, il “romanzo verità” che ripercorre la vita e gli incontri dell’artista opitergino da un punto di vista esclusivo e privilegiato: quello di Maria Petringa, sua moglie e musa. Quest’ultima, dopo la morte del marito, si ritrova nell’appartamento che era stato abitato dal marito trovandovi opere d’arte, schizzi, bozzetti, lettere… Un materiale infinito da organizzare e archiviare attraverso il quale si scopre ancor di più la personalità poliedrica e la produzione artistica di quell’uomo che ha amato per una vita e di cui ha accettato principi e idee. Come il fatto di vivere separati e mantenere viva l’unione attraverso uno scambio incessante di lettere. Saranno i documenti ritrovati, l’atmosfera di quella casa, i ricordi di Maria Petringa a rendere un ritratto autentico dell’artista visionario e precursore del surrealismo. Gabriele D’Annunzio, Emanuele Castelbarco, Wally Toscanini, Margherita Sarfatti, la marchesa Luisa Casati… uomini, donne su cui Alberto Martini ha riversato e fatto vivere la sua arte, il suo genio che la storia ha reso immortali.

Sul libro

Mi importa molto di più, piuttosto, evocare qualcosa di profondo, qualcosa che non si vede subito, ma c’è. Creare una realtà solo in parte mimetica, o somigliante al vero, mi interessa meno del raccontare quel qualcosa che va oltre, supera il reale, che diventa e è surreale. Voglio richiamare una dimensione che l’occhio non può vedere, costruita interamente dall’immaginazione…

Sono trascorsi oltre settant’anni dalla scomparsa di Alberto Martini, artista nativo di Oderzo in provincia di Treviso. Il suo tratto ha incantato Gabriele D’Annunzio che amava definirlo “Alberto Martini dei Misteri” ma ha anche immortalato Wally Toscanini, Margherita Sarfatti, l’eccentrica marchesa Luisa Casati certa di essere essa stessa un’opera d’arte vivente. E poi le sue illustrazioni della Divina Commedia di Dante Alighieri, dei racconti di Edgar Allan Poe… Opere realizzate dal tratto scuro, sicuro, agile, corposo proiettato ben oltre la realtà, verso il surrealismo.

Paola Bonifacio, “Alberto Martini. Ritratto segreto” (Graphe.it Edizioni, 2024)

Alberto Martini si è distinto per la sua Arte e il suo genio ma anche per la sua personalità. Un uomo inserito nel suo tempo ma a volte estremamente chiuso, misogino, enigmatico, misterioso. La personificazione stessa del suo tratto: “il vero artista, in determinate condizioni, può trasformare il buio del caos nell’armonia e bellezza dell’arte”. Essere arte e creare arte, così potrebbe riassumersi l’essenza profonda dell’artista. Ma a rendere un ritratto quanto più veritiero, appassionato e onesto possibile è riuscita pienamente Paola Bonifacio con il suo Alberto Martini. Ritratto segreto edito da Graphe.it Edizioni realizzando un ottimo compromesso tra romanzo e saggio, biografia e storia dell’arte. Un punto di fuga eccellente da cui partono tutte le prospettive possibili di questa complessa, articolata e affascinante personalità artistica e umana. Dobbiamo essere grati all’Autrice poiché con il suo lavoro e con questa sua opera letteraria ha acceso un faro, portato all’attenzione del grande pubblico un artista troppo spesso non ricordato o lasciato in penombra.

Paola Bonifacio, “Alberto Martini. Ritratto segreto” (Graphe.it Edizioni, 2024)

L’Autrice, in realtà, ha dedicato gran parte della sua vita ad Alberto Martini: già Conservatrice della Pinacoteca Alberto Martini e referente dell’Archivio dell’artista, quindi Manager dei Musei Civici di Treviso, membro del Comitato Scientifico di Fondazione Oderzo Cultura. Certamente Alberto Martini. Ritratto segreto nasce da tanto e appassionato studio, da ricerche, da approfondimenti, incontri con colleghi e con gli eredi dello stesso Martini. Tutto questo emerge da questo testo. Semplicemente, naturalmente. Non vi è nulla di artificioso, ridondante o costruito nel lavoro di Paola Bonifacio. L’Autrice ha organizzato, strutturato e distribuito al meglio il materiale raccolto, appreso e studiato attraverso i sei capitoli (Scene da un matrimonio, Un Grande Artista, Una misteriosa vicenda, La potenza della parola, Galeotto fu il ritratto e L’ultima scoperta) e la sezione dedicata agli “Approfondimenti” che animano il volume. Non c’è dubbio: Paola Bonifacio ha fatto un ottimo lavoro storico e critico. E ha fatto a tutti noi un gran regalo: il ricordo, la memoria, la scoperta di uno tra i più grandi artisti del Novecento.

Incontro con l’Autrice

La scrittrice Paola Bonifacio (Per gentile concessione di Paola Bonifacio)

Come nasce il suo amore per la storia dell’arte?

Per errore, in un certo senso. L’errore di una mia amica che, conoscendo la mia predisposizione per il disegno, mi consigliò di iscrivermi a una facoltà universitaria appena nata di cui evidentemente aveva travisato insegnamenti e finalità: Conservazione dei Beni Culturali. Io, tuttavia, la trovai interessante decidendo di iscrivermi a quella, anziché a Lingue come avevo pensato fino ad allora. È iniziato tutto lì: ogni esame mi dava più soddisfazione del precedente, incuriosendomi e appassionandomi sempre di più.

Come è avvenuto il suo “incontro” con Alberto Martini?

Cercavano un conservatore per la Pinacoteca dedicata all’artista e per partecipare al Concorso la volli visitare. Al tempo gli spazi e le modalità espositive forse penalizzavano l’artista, ma le opere mi apparvero immediatamente sconvolgenti, originali e potentissime!

Come è arrivata al progetto editoriale di “Alberto Martini. Ritratto segreto”?

Paola Bonifacio, “Alberto Martini. Ritratto segreto” (Graphe.it Edizioni, 2024)

Le strade che portano al romanzo Alberto Martini. Ritratto segreto sono almeno due: da Conservatrice, ho avvertito con sempre maggiore urgenza, nel corso degli anni in cui ho ricoperto quel ruolo, l’esigenza di operare per riscattare la figura dell’artista – ingiustamente dimenticata – in una modalità la più ampia e divulgativa possibile: quindi, al di là di mostre specialistiche e pubblicazioni di settore; da autrice, mi sono resa conto molto presto che Martini e l’eterogeneo materiale, soprattutto d’archivio, che ero riuscita a far pervenire a Oderzo, era straordinariamente interessante per far luce non solo sulle vicende di Martini, ma anche sul quel periodo storico in generale. Molte, inoltre, erano le figure di spicco tra cultura, arte e mondanità internazionale che erano entrate in contatto con lui in quello straordinario periodo tra Belle Époque e anni Trenta, e di cui avevo sotto gli occhi influenze e contaminazioni nelle opere e nelle fonti originali documentali; dovevo però vagliarle e, quindi, trovare il modo di raccontarle. Ci sono voluti davvero molti anni.

Paola Bonifacio, “Alberto Martini. Ritratto segreto” (Graphe.it Edizioni, 2024)

Quali sono le fonti, le ricerche, gli studi che ha consultato e realizzato per la stesura del suo libro?

Oltre alla documentazione già presente nella Pinacoteca di Oderzo (volumi di studio, pubblicazioni, riviste scientifiche, materiale fotografico, schedatura ministeriale delle opere), l’archivio dell’artista appena citato (con altri due fondi famigliari; tra i quali quello fondamentale di Maria Petringa) fatti da me acquisire al Comune di Oderzo in comodato tra il 2021 e il 2002, poi fatti notificare dal Ministero del Beni Culturali nel 2005, passati quindi alla Fondazione Oderzo Cultura. Ma sono stati determinanti i contatti con i famigliari e discendenti, della cui importanza mi sono subito resa conto, e fondamentali, in seguito, le lunghe e innumerevoli telefonate intercorse nei vent’anni in cui ho ricoperto il mio ruolo.

Quale emozione è stata per lei poter essere in contatto con gli eredi di Alberto Martini?

Quando i contatti si protraggono così a lungo quell’iniziale soggezione – che si è sciolta quasi subito, a dire il vero, già durante il mio primo viaggio presso i due rami dei famigliari – si trasforma in stima, condivisione d’intenti e collaborazione profonda.

Paola Bonifacio, “Alberto Martini. Ritratto segreto” (Graphe.it Edizioni, 2024)

Lei è Conservatrice della Pinacoteca Alberto Martini, referente dell’Archivio dell’artista, Manager dei Musei Civici di Treviso e membro del Comitato Scientifico di Fondazione Oderzo Cultura. Può raccontarci in che modo la memoria e personale di Alberto Martini viene conservata e diffusa?

Per la precisione sono stata Conservatrice e Manager, mentre sono ancora membro del Comitato Scientifico di Fondazione Oderzo Cultura. Serbare la memoria di Martini, come di qualsiasi altro artista il cui lavoro sia riconosciuto e collezionato da un ente pubblico, comporta attività molto varie e complesse e che potremmo riassumere così: a) Conservare e tutelare il patrimonio (con verifiche periodiche dello stato delle opere, interventi conservativi o di restauro mirati), procedendo anche ad acquisizioni oculate atte a illustrare al meglio l’attività dell’artista; b) Raccogliere e aggiornare costantemente bibliografia e documentazioni mettendole al pubblico; c) Promuovere la conoscenza dell’artista sviluppando reti di relazione con enti, collezioni, archivi di analoghi contenuti; attivare strategie comunicative e attività mirate rivolte ad un pubblico il più diversificato possibile; d) Sviluppare progetti didattici per la scuola di ogni ordine e grado.

Alberto Martini. Ritratto segreto è a metà strada tra romanzo e saggio. Come è riuscita a rendere la figura di questo importante artista alla “portata” di qualsiasi tipologia di lettore?

Paola Bonifacio, “Alberto Martini. Ritratto segreto” (Graphe.it Edizioni, 2024)

L‘intento era proprio quello di sdoganare una disciplina che in genere è considerata ostica e per specialisti (come la storia e la critica d’arte e/o la biografia d’artista) oltre al raccontare un autore davvero poco conosciuto, quando non scambiato per l’altro Martini (lo scultore Arturo!). Dovevo individuare una modalità non scontata e, invece, accattivante e in qualche modo portatrice di suspense. La realtà mi è venuta in soccorso. Credo fosse il 2016. Ero immersa nella lettura delle innumerevoli cartoline che l’artista scambiava con la moglie intorno ai primi anni Trenta, durante i quali vivevano più divisi che mai. Sarà stata la giornata particolarmente afosa ma quella corrispondenza mi pareva molto banale e ripetitiva: si parlava di conti bancari, mostre, malesseri… Eppure qualcosa mi spingeva a insistere: presto mi ero resa conto che proprio quelle righe, forse anche poco edificanti e noiose, erano il frutto di una relazione davvero originale e profonda tra i coniugi Martini. Tanto che alla morte dell’artista sarebbe stata Maria, e solo lei, a prendere in carico la sua eredità, spirituale e artistica. Ma allora doveva essere proprio la moglie a raccontare il marito: una donna comune, ma intelligente e pragmatica, animata da un amore non ancora sopito per il compagno, che si mette (ancora) in gioco quando potrebbe tranquillamente avviarsi verso una modesta ma tranquilla vecchiaia. Invece Maria riscopre l’Alberto che non conosceva e, in fondo, anche se stessa, facendosi carico di un lascito che solo la sua grande forza di volontà e determinazione le permetteranno di portare innanzi.

Paola Bonifacio, “Alberto Martini. Ritratto segreto” (Graphe.it Edizioni, 2024)

Se dovesse descrivere l’arte di Alberto Martini a un giovane o a chi ancora non si è avvicinato alla sua figura, quali aggettivi userebbe? E perché?

I giovani amano i sentimenti forti, e il Martini più potente esprime, come scriverà lui nel 1905 presentando il suo ciclo Lotta per l’Amore “…quello che ogni uomo e ogni una donna non avrebbero il coraggio di dire nemmeno a sé stessi”. L’artista affronta soprattutto i grandi temi: la vita, la morte (oltre all’amore), la donna, la guerra. Credo di aver detto tutto.

Tra le splendide opere di Alberto Martini a quale sente di essere più legata? E perché?

Mi piace molto il ritratto di Maria Petringa conservato al Museo Revoltella di Trieste dal titolo “Un canto”. Oltre a ragioni di tipo tecnico – nell’olio l’artista del bianco e nero dimostra ancora una volta di essere grande pittore – avverto come una misteriosa sensazione di calore, quasi l’autore avesse trasferito sulla tela il suo profondo sentimento verso l’amata, consentendomi di avvertirlo ancora. Straordinario.

Paola Bonifacio, “Alberto Martini. Ritratto segreto” (Graphe.it Edizioni, 2024)

Quale eredità hanno lasciato la persona e l’arte di Alberto Martini?

Per l’eredità lasciata da Martini invito a dare un’occhiata alla sua vita, finita nell’indigenza, e all’intera carriera, conclusasi nell’autoesilio. Il suo lascito è la difesa del “vero artista” della “vera arte”: aborrire ipocrisie e finzioni, invece, perseguire applicazione, studio cercando di creare il nuovo senza condizionamenti. Un’utopia? Forse.

Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali e professionali?

Ho dei progetti interessanti di mostre e pubblicazioni ma… ve li racconterò nella prossima intervista!

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