La Rubrica online “Piazza Navona” è lieta e orgogliosa di presentarvi i vincitori del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2020: Liselotte Parisi e il suo racconto “Petali nel fango (PandiLettere) E non perdete l'”Incontro con l’Autrice”!
La trama
Marlene è nata in una piccola cittadina del sud: suo padre è medico e ufficiale medico dell’esercito, sua madre, italo-austriaca, insegnante di tedesco in un istituto alberghiero. Figlia unica. Tutte le attenzioni, le aspirazioni, le aspettative sono su di lei. Soprattutto da parte di suo papà rendendo non troppo facile il loro dialogo. Ma Marlene è felice di quel suo mondo e nulla sembra poter distruggerlo. Tranne un tragico evento accaduto in un giorno d’estate, nella casa al mare dei suoi genitori, quando un caro amico di famiglia si trasforma in un mostro. E Marlene ha solo dodici anni. Da qui inizia un vero e proprio calvario. La ragazza non sarà più la stessa e le prove che la vita la obbligherà ad affrontare non saranno meno dure e crudeli. Petali nel fango è un racconto autobiografico dell’Autrice Liselotte Parisi che, ormai donna, madre, moglie e professionista affermata, narra con estrema naturalezza e delicatezza i suoi demoni e il suo passato. Un fiore di loto in quel fango di dolore che la vita le ha riservato.
Sul libro
Nel 2020 la Casa Editrice romana Pan Di Lettere pubblica il racconto Petali nel fango di Liselotte Parisi segnando, così, il suo esordio editoriale.
Il testo, classificatosi al terzo posto nella sezione “Racconti” al Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2020, è la trasformazione su carta di una reale vita vissuta, di un dolore realmente conosciuto e provato cui l’Autrice ha trovato slancio, coraggio e forza di dare un volto e una forma attraverso le parole. Liselotte Parisi, assistente e Direttrice di Doppiaggio da oltre trentacinque anni, facendo un uso quasi terapeutico della scrittura e delle parole racconta delle sue difficili e tragiche esperienze di vita con estrema naturalezza e con quell’equilibrato e dosato grado di coinvolgimento che le permettono di scindere con estrema lucidità la parte autoriale e la vita da raccontare. Questo fa sì che la Parisi resti (giustamente!) al centro del suo racconto e delle sue emozioni senza cadere nel tranello della “briglia sciolta” rischiando di perdere il nesso e il senso di questo suo lavoro che, invece, proprio per la sua semplicità e naturalezza, è assai importante.
Ed è la stessa Autrice a scrivere:
Ho deciso di rendere pubblica questa storia proprio con l’intento di far sapere che nonostante la vita sia a volte difficile, dura, ingiusta, con la caparbietà, con l’amore per sé stessi e per il prossimo, la vita si può e si deve affrontare a testa alta e si possono affrontare ostacoli che sembra impossibile superare.
Petali nel fango, infatti, è un racconto di donna, quasi sotto forma di diario, che tutti dovrebbero e possono leggere: uomini e donne indistintamente. È un racconto di estremo coraggio dove l’Autrice mette in discussione rapporti, incontri, relazioni, elaborazioni del dolore, lutti, scelte, il rapporto con i suoi genitori… insomma, una vita intera e tutto ciò che le appartiene. Liselotte Parisi, ormai donna matura, si pone delle domande, guarda allo specchio l’altra se stessa che porta sempre dentro di sé e, con essa, cerca di capire e di riflettere, appunto. In tal modo questo breve ma intenso racconto diviene un atto di forza di coraggio non solo per la stessa Autrice ma anche per gli altri, per quelle persone che sono o state vittime di violenze o soprusi. Fisiche o psicologiche. O entrambe.
E il segno che intende lasciare è assolutamente positivo dimostrando quanto la vita possa trascinare verso il fondo e quanto, senza lasciarsi andare, dia la possibilità di tornare a risplendere e a vivere con un sorriso. Certo, è un sorriso diverso dagli altri perché ha conosciuto il dolore e il pianto. Certo, non si sarà più le stesse o gli stessi di “prima” e si deve imparare a trovare il modo o il “trucco” per (con)vivere con tali ricordi, esperienze, persino profumi che non lasciano la nostra mente. Si deve trovare la forza, la volontà e il modo di lasciar spazio anche ad “altro” e ad “altri” ma soprattutto a noi stessi. E Liselotte Parisi con il suo esordio letterario dà dimostrazione di tutto questo: dando voce al suo passato e alle sua sofferenze si è resa ancora più forte di fronte a tutto quello che per anni ha portato dentro di sé e che continuerà certamente a custodire ma in una forma e in una consistenza diversa. Non meno pesante, ovvio ma con il coraggio e la forza di eguale misura per guardare tutto questo dritto negli occhi, parlarci e raccontarlo.
Ed è ancora da questo coraggio che l’Autrice rende cosa tanto semplice e naturale che la sua scrittura diviene quasi impalpabile pur narrando di qualcosa di tremendamente ancorato nel profondo.
Questa è la forza di Petali nel fango: un racconto di vita e di speranza che, prendendo in prestito i bellissimi versi di Via del Campo di Fabrizio De André, si può così riassumere:
Ama e ridi se amor risponde
piangi forte se non ti sente
dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior
Incontro con l’Autrice
Come nasce il progetto editoriale di Petali nel fango?
Petali nel fango nasce per caso, in tre sere con l’intenzione di scrivere un “diario” per mettere a fuoco, capire alcune situazioni della mia vita passata per risolvere situazioni della vita presente. Mi sono resa conto solo scrivendo, mettendo nero su bianco, su tutto quello che ho subito, affrontato e superato solamente con la mia forza, e questo mi ha dato una chiave di lettura di me stessa; io per una vita ho sempre pensato di non valere niente, di essermi meritata tutto quello che ho passato, “grazie” a persone a me molto vicine che mi hanno sempre fatto credere di non valere nulla. Invece ora mi rendo conto di quello che sono riuscita a fare solo con le mie forze e di essere rimasta con la testa lucida, nonostante tanti momenti difficili passati sin da piccola, capendo di non poter parlare con nessuno e tenendomi tutto il dolore e la disperazione dentro. Scrivendo mi sono liberata di tutti i fantasmi che mi inseguivano, ho esorcizzato tutto, insomma è stata una vera “terapia”.
Da dove viene il coraggio di mettersi così a nudo e raccontare agli altri e a se stessa quanto le è accaduto?
Rendendomi conto di quanto tutto questo mi abbia fatto bene, ho sentito il desiderio di raccontarmi, di far sapere agli altri che si può superare ogni situazione, che non si deve sottostare alle difficoltà, che noi siamo più forti di ogni avversità, che ce la si può fare. Io l’ho capito a 58 anni, ma vorrei che tutte le ragazze e i ragazzi lo capissero subito e riuscissero a reagire e a superare tutte le difficoltà. Hanno una vita davanti e non è giusto soffrire per colpa di qualcun altro, non lo devono permettere. Con il mio racconto, diario autobiografico, cerco di dare la forza a chi ne ha bisogno, di reagire, di far sentire che non è solo/la, che ci sono altre persone che hanno passato le stesse situazioni e ne sono uscite. Vorrei dare la positività, la forza, l’energia per reagire.
Qual è stata la difficoltà maggiore che ha riscontrato nel raccontare di lei e della sua storia a un foglio immacolato e, quindi, al Lettore?
Devo dire che non ho trovato nessuna difficoltà nello scrivere, è arrivato tutto in maniera spontanea e serena, non mi sono messa a scrivere pensando di farlo leggere ad altri, era un mio diario, un mio sfogo, per capire dopo tanti anni che cosa fosse successo alla mia vita, ero in una fase di stallo e di insoddisfazione, mi sentivo incompleta e vuota. Volevo capire chi fossi veramente. E così senza rendermene conto mi sono trovata a scrivere di getto, le parole mi uscivano con semplicità, come se stessero aspettando da tempo di essere scritte. Rileggendolo mi meraviglio di come sia stata capace di scrivere tutto questo, mi sembra impossibile. Ne sono fiera e orgogliosa.
Quali consigli sente di dare a una donna che sta vivendo o ha vissuto esperienze simili alle sue?
A tutte le donne che stanno vivendo o hanno vissuto la violenza, dico solo che non devono sentirsi in colpa, come mi sono sentita io per tanti anni, loro non hanno nessuna colpa, devono reagire, fuggire da quella situazione terribile, rendersi conto che loro sono delle persone come i loro uomini, con lo stesso diritto di vivere e comportarsi, che non hanno nulla da nascondere e di cui vergognarsi: è assurdo che nel 2022 ancora ci siano uomini che pensano che siamo delle loro proprietà e che possono decidere e fare di noi donne quello che vogliono. Ma questo dovrebbe arrivare dall’educazione in famiglia, dai genitori, sin da piccoli bisogna insegnare ai ragazzi ad avere rispetto per tutti dalla formica, la natura in genere, per le persone senza distinzione di sesso, razza e cultura, siamo tutti uguali, viviamo tutti su questo meraviglioso Pianeta.
La scrittura quanto le è stata e le è di aiuto per vivere e convivere con la sua profonda emotività?
Come detto prima l’aver scritto questo racconto mi ha dato la possibilità di scoprirmi, di conoscermi veramente. Di prendere atto delle mie capacità, e delle mie emozioni. Dopo aver scritto Petali nel fango mi voglio più bene, mi stimo di più, e questo chiaramente si ripercuote sulla mia vita privata e professionale. Ora tutti mi rispettano di più perché io mi rispetto e cerco di non permettere a nessuno di farmi del male.
Petali nel fango le ha dato modo e possibilità di incontrare e condividere la sua storia anche con altre donne?
L’uscita del mio racconto è coincisa con il mio nuovo lavoro come Insegnante di Doppiaggio presso una Scuola di doppiaggio, la VOICE ART dubbing, e quindi ho la fortuna e il piacere di poter incontrare e parlare con tantissimi ragazzi. E devo dire che delle 400 copie e più vendute, moltissime sono state vendute a ragazze e ragazzi molto curiosi di leggermi, di capire come una persona così solare, positiva e serena possa aver subito tutte queste cose. E molte ragazze mi hanno contattato dicendomi che dopo aver letto il racconto, ne sono uscite più forti e più determinate a reagire e a cambiare alcuni aspetti delle loro vite. E questo per me è la vittoria più grande. Essere stata utile a me e poterlo essere per qualcun altro.
Secondo lei, cosa e quanto è possibile e doveroso fare per educare gli uomini affinché non esista più, ad esempio, una giornata contro la violenza sulle donne?
Come detto prima l’educazione, il carattere di una persona si forma sin da piccoli, e deve venire dalla famiglia il buon esempio e l’educazione nel rispetto degli altri. Devo dire che con mia grande sorpresa ho avuto molti commenti positivi e di stima da parte di molti uomini, ragazzi e meno giovani, e devo dire non me lo aspettavo. Invece tutti, se vedi su Youtube ce ne sono tanti, mi hanno detto che dopo aver letto il mio racconto, si vergognano di essere uomini e che sicuramente vivranno con un altro modo di vedere certe situazioni e addirittura un paio di miei colleghi hanno detto che lo faranno leggere ai propri figli. Credo sia una bellissima cosa.
La sua professione di doppiatrice come si incastra con quella di scrittrice? E, anche il doppiaggio, quanto le è stato utile, se così si può dire, per aiutarla a superare dei momenti di difficoltà?
Il mio lavoro nel mondo del doppiaggio mi ha aiutata molto perché sono circondata quotidianamente da tante persone famose e quindi molto sicure di loro stesse e anche molto determinate e non guardano in faccia a nessuno, quindi questo mondo dopo 39 anni che lo frequento mi ha aiutata a reagire e a uscire dal mio guscio di protezione e di paura nel confrontarmi con gli altri. Guardando il mio curriculum e quello che ho fatto devo dire che ci sono riuscita.
La scrittura è un momento tutto mio, durante il quale mi immergo e mi fa stare bene, mi rilassa, nel quale mi ritrovo a mio agio e butto fuori i miei pensieri e le mie emozioni, quindi sono due strade parallele che non si incontrano ma che convivono molto bene.
Oggi, Liselotte Parisi cosa sente di dire alla bambina e alla ragazza che sono ancora in lei?
Questa è una domanda molto bella ma difficile, fino ad ora ho risposto d’istinto senza pensarci e ora provo a rispondere con lo stesso istinto.
Sì è vero dentro di me nonostante i miei 60 anni sono rimasta molto bambina, perché mi mancano quei momenti sereni di incoscienza che solo un bambino può vivere. Devo dire che forse proprio questo spirito fanciullesco mi ha aiutata a sopravvivere e a portarmi fino a questo punto. Che cosa le dico? Che sono felice di quello che sono stata, di quello che sono e di quello che sarò. Tutto sommato sono felice di aver passato quei 35 anni di difficoltà perché sicuramente ora non sarei quella che sono diventata ora. E devo dire che mi piaccio molto, con tutti i pregi difetti… chi non ne ha. Ma ho imparato a volermi bene, a fregarmene del giudizio degli altri, non possiamo piacere a tutti. L’importante è che quando mi guardo la sera allo specchio io sia soddisfatta di quello che ho fatto. E succede sempre così da 2 anni… non è un caso. Quindi ringrazio la Liselotte piccola e ragazza per quello che mi hanno fatto diventare.
C’è una battuta che recita: Dove la trovi la forza? Tesoro siamo donne, è la forza che trova noi. Ecco, secondo lei: noi donne dove troviamo la forza? E dove lei viene a trovarci per non farci mai arrestare?
La forza noi donne per tanti motivi l’abbiamo sempre dovuta trovare dentro di noi, da quando nasciamo per tutta la vita non ci viene dato nulla, dobbiamo combattere per ottenere quello che per gli uomini è scontato. Quindi la forza ormai da secoli la abbiamo nel nostro DNA.
Noi siamo molto più forti e intelligenti degli uomini e questo lo sanno anche loro e perciò cercano di annullarci, di calpestarci, ma non dobbiamo più permetterlo. Dobbiamo svegliarci, renderci conto di quanto valiamo e difendere la nostra dignità.
Petali nel fango ha ottenuto il terzo posto nella categoria “Racconti” al Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2020 con la seguente motivazione:
Racconto breve e intenso, Petali nel fango con il suo titolo suggestivo che suggerisce la scoperta o riscoperta di qualcosa di bello e delicato, anche laddove c’è fango, appunto, sporcizia e dolore. Attraverso i ricordi della protagonista, il Lettore compie un viaggio nella sua infanzia serena e poi nell’adolescenza, oscurata da un episodio disturbante che la segnerà rendendole sempre più complicata e tortuosa la ricerca della felicità. Si alternano sentimenti contrastanti: amore, odio, disgusto, rabbia, tenerezza, tristezza, che corrispondono alle diverse fasi della vita. Petali nel fango, con il suo stile discorsivo e scorrevole, ci suggerisce che c’è sempre speranza di rinascita, anche quando sembra difficile o impossibile. Ciascun episodio è filtrato, attraverso il tempo e la memoria, dallo sguardo di chi ha lavorato su se stesso cercando di trovare in sé la forza di andare avanti, di lasciarsi dietro le sofferenze e trarre da queste, forza nuova per andare avanti.
Cosa ha significato per lei ottenere questo riconoscimento?
Essendo un racconto nato come un diario, una terapia, uno scritto rivolto solo a me, aver trovato una Casa Editrice (PandiLettere) disposta a pubblicarlo e poi vincere un Premio, per me è una sorpresa meravigliosa, assolutamente inaspettata. Anche solo essere arrivata tra i finalisti per me era un grande successo. Ringrazio con tutto il cuore chi ha creduto in questo racconto, perché dargli visibilità ha aiutato tante persone e spero che ne possa aiutare ancora tante, chissà magari dopo aver letto questa intervista…
Quali sono i suoi prossimi impegni professionali ed editoriali?
Professionalmente continuo con grande soddisfazione a insegnare in questa Scuola che mi dà la possibilità di dare tutta me stessa proprio in un momento dove finalmente mi sono “scoperta”, Quindi do il meglio di me con tanto entusiasmo ed energia con la speranza di darla a tutti gli allievi. Po continuo ogni tanto a fare qualche lavoro in sala di doppiaggio, ma in questi ultimi due anni ci sono molte difficoltà. Per quanto riguarda lo scrivere sto scrivendo un altro libro, totalmente diverso, di fantasia ma che parla della vita di una ragazza africana che anche lei si troverà a dover affrontare e superare molte difficoltà. Naturalmente c’è sempre qualcosa di noi stessi quando scriviamo. Spero di poterlo far pubblicare. Insomma sono molto soddisfatta di come sta andando la mia vita.
Qui di seguito troverete una breve clip realizzata da Chiara Ricci, Presidente dell’Associazione Culturale “Piazza Navona”, dedicata alle opere e agli Autori vincitori del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2020. Questa è una rinnovata occasione per ringraziare ancora una volta tutti i partecipanti, gli Autori, gli Editori e i collaboratori che, nonostante la distanza e le difficoltà, hanno permesso e sostenuto la realizzazione della manifestazione con immenso entusiasmo e grande fiducia.