La Rubrica online “Piazza Navona” vi presenta i vincitori del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2019: Elisa Martino e il suo Graphic Novel “Quelli che incontri a Roma e poi te li scordi” (PandiLettere, 2018). E non perdete l’Incontro con l’Autrice!
La trama
Roma.
Elisa Martino, attraverso le illustrazioni, i disegni e i ritratti che animano Quelli che incontri a Roma e poi te li scordi racconta e mostra la quotidianità, i volti, i caratteri e le espressioni di quelle persone incontrate nei diversi quartieri della Capitale. Da San Lorenzo al Pigneto, da San Pietro al Tufello, dai Parioli a Boccea, da Centocelle al Colosseo… Elisa Martino, così, traccia e mostra con tratto sicuro i volti colmi di sfumature incontrati nella Città Eterna accompagnati da brevi, essenziali e descrittive didascalie. Ognuno con la sua storia (vera o immaginata), ognuno con il proprio carattere e il proprio tratto distintivo che lo rende unico e straordinario nella sua assoluta semplicità o eccentricità. E voi… quanta attenzione prestate ai passanti che incontrate durante le vostre passeggiate? Avete mai immaginato cosa possono nascondere e raccontare i loro gesti e i loro sguardi?
Sul libro
Nel luglio 2018 la romana Casa Editrice PandiLettere inaugura la Collana Ce n’è per tutti i gusti con il libro dal titolo Quelli che incontri a Roma e poi te li scordi scritto e illustrato dalla disegnatrice, grafica e fashion designer Elisa Martino. Come scrive l’Editrice Lara Di Carlo nella prefazione del volume questa si tratta di una Collana di libri tascabili per soddisfare tutti i “gusti” di chi ama viaggiare e portare ovunque con sé un piccolo souvenir da sfogliare.
L’Autrice e disegnatrice lasciandosi guidare dal suo istinto, dal suo spiccato spirito di osservazione, dalla forza della sua empatia racconta e immagina le storie legate ai volti e alle persone che incontra nelle affollate strade della Capitale. Si tratta di quelle persone cui solitamente non prestiamo particolare attenzione e le cui vite scorrono accanto alla nostra senza sfiorarla, senza toccarci. Sono gli sconosciuti. Bambini. Giovani donne. Ragazzi. Adulti. Anziani… Sono proprio queste persone ad essere le protagoniste di Quelli che incontri a Roma poi te li scordi mentre la città resta lo sfondo, il palcoscenico dove si muovono e vivono. Ognuno di essi, infatti, nasconde in sé la propria storia, dispiaceri, gioie, lacrime, pensieri… Un mondo. E non importa quanto possa essere semplice o complicato. Si chiama vita. Ignota a chi la osserva dall’esterno. Profonda, rumorosa o armonica per l’animo che la conosce e la vive. Come può e come sa. Così, in questo piccolo e maneggevole libro tascabile, Elisa Martino usa tutta la sua sensibilità di giovane donna e di artista per dare voce, volto e storia a tutte queste persone incontrate per caso nella strada e che, seppur per un momento con uno scambio di sguardi, hanno fatto parte della sua vita.
Dobbiamo anche ricordare che questo interessante progetto editoriale (tradotto anche in inglese per il pubblico straniero con il titolo Those that you meet in Rome and then you forget) è il derivato della tesi di Laurea della stessa Martino permettendole, attraverso lo studio e durante la stesura, di rendere ancor più fine e sensibile la sua empatia, il suo istinto e il suo tratto di illustratrice.
In questa versione, però, l’Autrice si è spinta oltre sperimentando e proponendo– assieme alla Casa Editrice Pan di Lettere – una fruizione del testo digitale unita a quella tradizionale e “analogica”. All’interno del libro, infatti, sono riportare i QR Code che rimandano a dei video caricati nel blog dell’illustratrice “Persone di passaggio” in cui sono anche raccolti schizzi, approfondimenti, ulteriori disegni relativi a ciascun codice e, quindi, a determinate situazioni e a determinati quartieri raccontati e ritratti nel volume. Possiamo ben dire che si tratta di una lettura e di un reportage multimediali e decisamente multisfaccettati dove scrittura, immagini e video divengono un corpo unico ma in grado di essere anche se separato.
Ad Elisa Martino, così, va certamente riconosciuto il merito di aver creato e realizzato un libro che ha il pregio di saper raccontare, in modo del tutto unico e personale, la vera anima e la vera essenza di una città e di permettere al lettore la soluzione di lettura e di fruizione del testo più consona alle proprie scelte. Dopo aver letto Quelli che incontri a Roma e poi te li scordi gli anonimi passanti incontrati per le strade delle nostre città non saranno più gli stessi e, ai nostri occhi e nella nostra fantasia, inizieranno ad avere un nome, un impiego, una storia…
Immaginiamo che…
Incontro con l’Autrice
Come nascono la sua passione per il disegno e la grafica?
Nascono insieme a me! Fin da bambina disegnavo e coloravo letteralmente ovunque senza distinzione di supporti. Le nozioni di grafica le ho imparate all’università, ma non si può dire che non abbia sperimentato già dalla prima infanzia quando disegnavo al contrario e poi giravo il foglio.
Come sono nati il progetto editoriale e il titolo di Quelli che incontri a Roma e poi te li scordi?
Prima di essere un libro Quelli che incontri a roma e poi te li scordi è stata la mia tesi di Laurea in Illustrazione. Successivamente l’ho tradotto in inglese e sviluppato in formato tascabile ed ora continua a crescere sotto l’ala di PandiLettere, la mia casa editrice. Il titolo l’ho pensato per attirare l’attenzione e suscitare curiosità, volevo che fossero protagoniste le persone, “Quelli”, non la città, ma allo stesso tempo anche suggerire che fosse un libro su Roma. Quelli sono protagonisti, eppure non è importante ricordarsi chi sono, tutti insieme raccontano qualcosa della mia città.
Qual è stata la parte più difficile della realizzazione di questo lavoro?
Il reportage stesso. La parte più bella, ma la più lunga e più difficile perché ho dovuto andare fisicamente in giro per i più disparati quartieri di Roma (molti dei quali non conoscevo bene neanche io che abito a Roma da sempre) e una volta lì esplorare alla ricerca di spunti interessanti sperando di avere la giusta ispirazione e stimolo nel ritrarre qualcuno o qualcosa.
Nel suo libro Quelli che incontri a Roma e poi te li scordi attraverso i tuoi ritratti e i tuoi disegni racconti i luoghi e le persone di Roma. Cosa ti è rimasto più impresso – umanamente e professionalmente – di questa esperienza?
Domanda difficile. Sicuramente è un lavoro che mi ha dato la possibilità di scoprire contesti e segreti di Roma inesplorati. A me piace molto viaggiare e conoscere posti nuovi, eppure non l’ho mai fatto proprio nella città in cui vivo e ogni tanto penso possa arricchire molto guardate la propria città con gli occhi di un turista.
Umanamente ho constatato quanto ci sia realmente differenza tra quartiere e quartiere di Roma, è vero che c’è differenza tra Roma nord e Roma sud, che la metro B è più brutta della metro A, che al centro ci sono solo turisti e che in periferia trovi gli anziani al bar sotto casa a discutere di massimi sistemi. Sono le persone a “fare” il quartiere e questo lo trovo bellissimo.
Come dicevamo, in questo tuo libro racconti Roma. Hai in mente di raccontare altre città e i loro protagonisti?
Certo. Ci penso letteralmente ogni volta che vedo posti nuovi. Purtroppo il reportage richiede tempo, non dico per disegnare, ma proprio per immergersi nella cultura del luogo.
Quale parte della città di Roma ha raccontato con più slancio e più semplicità? Perché?
Senz’altro il quartiere Pigneto, è da lì che è nato tutto. Semplicemente perché è lì che stava la mia università. Nel corso di studio di disegno dal vero, il mio professore Riccardo Mannelli ci mandava in giro per il quartiere a disegnare qualsiasi cosa ci andasse di disegnare, tornavamo in classe e mostravamo i nostri lavori. Lì ho scoperto che io disegnavo praticamente solo persone, quelli che attiravano la mia attenzione. Il professore, che lavora al Pigneto da sempre, guardando i miei disegni ha riconosciuto qualche personaggio di sua conoscenza e questo gli ha strappato un sorriso. Mi ha sorpreso, allora mi si è accesa la lampadina: “E se cominciassi a ritrarre persone da tutti i quartieri di Roma?”
Se potesse descrivere il tuo disegno , il tuo tratto… come li definirebbe?
“Rubato”. Ritraggo di nascosto e velocemente perché non posso perdere l’attimo né farmi scoprire rischiando di perdere la naturalezza del momento. Dico sempre che i miei disegni sono schizzi, bozze, embrioni. Proporzioni a caso, nessuna tecnica particolare, solo Tratto pen nero. Ma non mi importa assolutamente niente perché lo scopo è raccontare qualcosa, non decorare la parete di casa.
Quali sono i Maestri, gli Artisti che hanno influenzato o ispirato il suo disegno?
Come ho detto prima Riccardo Mannelli che mi ha insegnato a disegnare senza preoccuparmi della forma e mi ha mostrato quanto un segno “brutto” riesca a esprimere molta più emozione di un segno “perfetto”. Un altro professore che ha decisamente influito sulla creazione di questo progetto è Francesco D’Erminio (in arte Ratigher), lui mi ha insegnato che le parole sono importanti, che una frase associata a un’immagine può stravolgere il senso della frase e dell’immagine prese da sole. Lui mi ha supportato nell’intera progettazione e ha apprezzato il titolo lungo e contorto che avevo scelto.
Qual è il disegno o il ritratto che vorrebbe ancora realizzare?
Il mio autoritratto. Ho molta difficoltà ad apparire e io stessa sono il mio peggior pubblico.
Con Quelli che incontri a Roma e poi te li scordi hai ottenuto il primo posto al Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2019 nella sezione “Fumetto/Graphic” con la seguente motivazione:
“Quelli che incontri a Roma e poi te li scordi” è una graphic novel (anche) di tipo sperimentale. Molto interessante innanzitutto per aver cercato di creare una miscellanea tra il fumetto e le nuove opportunità mediatiche che la tecnologia attuale ci offre. Si tratta di un lavoro nel complesso personale e dotato di una “completezza d’autore”. L’Autrice veicola attraverso i suoi disegni le sue personalissime sensazioni istintive, figlie degli attimi vissuti nei suoi sguardi rivolti e nel suo udito prestato, in un “gioco” di osservazione e interpretazione istantaneo e fugace che lei, però, fissa su carta con un segno sintetico perfettamente funzionale allo scopo prefissatosi. E in un mix di carta e web quello che prima sarebbe stato scordato ora non si scorda più.
Cosa ha significato per lei ricevere questo riconoscimento?
Non me lo aspettavo, non avevo mai ricevuto un premio letterario e sicuramente è stata un’esperienza nuova. Mi ha fatto uno strano piacevole effetto trovarmi con il mio libro in mezzo a scrittori e autori di generi letterari molto differenti, questo mi ha arricchito molto e penso che eventi così facciano davvero bene al nostro settore che purtroppo qui in Italia deve faticare tantissimo per emergere.
Quali sono i tuoi prossimi impegni e progetti editoriali e artistici?
Ora sto lavorando a un fumetto. Non posso dire niente… solo che stavolta non disegno, sarò in veste di sceneggiatrice. Ho una storia e voglio raccontarla.
Qui di seguito troverete il video della Cerimonia di Premiazione del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2019 tenutasi lo scorso 25 gennaio nel Salone di Rappresentanza presso il Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni (Sa) – Riprese e montaggio di Alberto Accarino.