La Rubrica online “Piazza Navona” è felice di raccontarvi in anteprima del film d’animazione Una barca in giardino di Jean-François Laguionie. Dal 13 febbraio al cinema vi aspetta una storia poetica e gentile sui sogni e il coraggio di realizzarli.
La trama

Francia, primi anni Cinquanta. L’undicenne François vive nella sua casa nei pressi della Marna con il padre Pierre (rappresentante di commercio apparentemente burbero) e la madre Geneviève, donna dallo sguardo dolce e dal carattere forte, sempre pronta a sostenere suo marito. Anche quando questi desidera costruire a grandezza naturale la Spray, ovvero la barca con cui Joshua Slocum – tra il 1895 e il 1898 – ha compiuto il primo viaggio intorno al mondo in solitaria in barca a vela, nel giardino. Iniziano i lavori che dureranno circa cinque anni e pian piano che la barca prende forma anche la famiglia di François assume un nuovo aspetto e un nuovo equilibrio. Pierre mette anima e cuore nella realizzazione del progetto. Forse, dopo le brutture della guerra vuole dare alla sua famiglia un posto sicuro, la possibilità di una partenza, di un nuovo avvenire. Forse, lo fa per François, per quel figlio che ha cresciuto come suo ma che è figlio di un altro uomo e con il quale cerca, come può, di intessere un legame profondo, esclusivo, unico come sa essere quello tra un padre e figlio. O, forse… Certo è che François crescerà, andrà a studiare a Parigi e anche la barca prenderà il largo. Ma Pierre ha già un nuovo progetto in cantiere: costruire una nuova barca!
Il trailer
Sul film

Il narratore, François adolescente, ci racconta ciò che ha vissuto qualche anno prima con la necessaria distanza. Non ho nostalgia di questo periodo della mia vita. Era un momento di felice libertà. Che la barca non finisse non era grave, anzi auspicabile per ciascuno dei tre personaggi. È stata una vera avventura. L’averla vissuta da vicino ha sviluppato in me una propensione per i sogni che mi è servita per tutta la vita. Il film quindi non è nostalgico. Jean-François Laguionie

Una barca in giardino, presentato in anteprima nella selezione ufficiale del 77° Festival di Cannes e in concorso al 43° Festival del cinema d’animazione di Annecy, è l’ultima opera diretta dal maestro del cinema d’animazione il regista francese Jean-François Laguionie dove racconta una pagina della sua infanzia e della sua adolescenza. Attraverso il personaggio di François e l’uso della sua voce fuori campo, infatti, il regista dà vita a un film d’animazione poetico, malinconico in cui la costruzione della barca diviene il simbolo e la metafora della costruzione di un profondo tessuto familiare e della conoscenza tra un padre e un figlio non suo. François ha la sensazione di non trovare spazio nel rapporto così esclusivo e speciale che esiste tra sua madre Geneviève e il suo burbero papà Pierre (dai tratti molto somiglianti a Jean Gabin!).

È così convinto di questo fatto da confessare a un suo amico che se andasse via di casa i suoi genitori nemmeno se ne accorgerebbero. Ma si sbaglia. E lo scoprirà proprio durante la lunga e difficoltosa costruzione della barca nel giardino di casa trovandosi gomito a gomito, non senza difficoltà e incomprensioni, con l’amato padre. Il loro è un tacito rapporto fatto di sguardi. Probabilmente molto più profondo di quando il piccolo François possa immaginare. Nella famiglia di François, infatti, tutto accade sottovoce, quasi in silenzio. Le gioie e le soddisfazioni come le sfuriate e le delusioni. Eppure il cuore non manca mai.

Ai tre protagonisti non serve parlare, basta guardarsi e sentirsi. Infatti, il piccolo François sa descrivere perfettamente cosa farebbero e come si guarderebbero i suoi genitori in determinate situazioni. Eppure nulla è scontato. Mai. I tratti di questi personaggi non si limitano al “bianco e nero” ma sono ricchi di sfumature e dai contorni non precisamente netti. Proprio come i colori e i tratti della matita su carta di Jean-François Laguionie che, in perfetta armonia con la computer grafica, rendono Una barca in giardino uno straordinario esempio di poesia tradotta in fotogramma e movimento.

Tutte le emozioni sono trattenute, tutta la vicenda si svolge e si muove in punta di piedi o come fosse in equilibrio su una fune tesa a un’altezza indicibile. Da qui la delicatezza, la discrezione, la purezza, la gentilezza, la soavità di questo film d’animazione che piroetta sulle note di una fisarmonica che racconta la Parigi di un tempo, di Edith Piaf e degli chansonniers. Una boccata di puro ossigeno in un momento storico e sociale e in cui tutto è gridato e sbandierato e dove il tempo rincorre se stesso. Una barca in giardino ha il suo tempo, il suo ritmo, il suo andamento calmo e impetuoso come il mare. Naturale.
Jean-François Laguionie, a quasi ottantasei anni, ci ha regalato un’opera cinematografica di cui si aveva bisogno e insegnamento che non tramonterà mai: coltivare e rispettare la nostra “barca in giardino”, i nostri sogni e, soprattutto, ciò che eravamo. Tutto può succedere e la nostra “barca” deve essere sempre pronta a prendere il largo e aprirsi a mari ancora inesplorati.
Voto 4,5/5
Scheda tecnica
Titolo originale: Slocum et moi
Genere: Film d’animazione
Regia e creazione grafica: Jean-François Laguionie
Sceneggiatura: Anik Le Ray et Jean-François Laguionie
Montaggio: Aurélien Antezac
Produzione: MELUSINE Productions e JPL Films
Distribuzione: Trent Film
Musiche originali: Pascal Le Pennec interpretate dall’Orchestre National de Bretagne (ONB)
Paese: Francia, Lussemburgo
Anno: 2025
Durata: 76 minuti
Uscita: 13 febbraio 2025