La Rubrica online “Piazza Navona” oggi vi propone un doppio appuntamento dedicato al Cinema. Iniziamo con l’articolo dedicato al film “Light of my Life” scritto, diretto e interpretato dal Premio Oscar Casey Affleck da oggi nelle nostre sale. Un padre, una figlia e un’umanità da ricostruire e da difendere.
La trama
In un futuro non precisato sono trascorsi dieci anni dalla diffusione del misterioso e terribile virus QTB che ha sterminato e fatto scomparire quasi del tutto il genere femminile sulla Terra. Ciò ha causato una diminuzione demografica e un collasso della popolazione mondiale non indifferente. Il mondo è in mano non solo agli uomini ma ai maschi. È in questo contesto che la piccola Rag e suo padre devono vivere costretti a nascondersi nei boschi, a cibarsi di frutti e di acqua di torrenti.
Soprattutto ad essere nascosta è la vera identità di Rag costretta a indossare abiti maschili e a portare capelli corti. Nessuno deve nemmeno sospettare che è una bambina. Sarebbe la catastrofe nella catastrofe. Padre e figlia, così, vagano per gli Stati Uniti cercando un posto tranquillo dove poter vivere e dove Rag possa esibire senza timore la sua identità.
Un giorno, però, i due credendo di essere finalmente al sicuro si ritroveranno a dover difendere se stessi e quel luogo dove, dopo tanto, peregrinare avevano (ri)tovato casa. Cosa ne sarà di Rag? Cosa accadrà a lei e al suo amato papà? L’umanità riprenderà il suo normale corso e la sua vita naturale?
Il trailer
Sul film
Casey Affleck a nove anni dalla sua prima regia del mokumentary Joaquin Phoenix – Io sono qui! (presentato fuori concorso alla 67ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia) torna dietro la macchina da presa con Light of My Life presentato in anteprima al 69° Festival Internazionale del Cinema di Berlino e scelto come film d’apertura del Panorama Internazionale della 17ͣ edizione di Alice nella città, la sezione autonoma e parallela alla Festa del Cinema di Roma dedicata alle nuove generazioni.
Light of My Life, ambientato in un futuro post-apocalittico, sulla scia di un racconto distopico racconta di un mondo bloccato nella sua (pro)creazione e nella sua più profonda evoluzione. Casey Affleck in questo suo film – di cui oltre ad essere regista è anche protagonista e sceneggiatore – rimanendo fedele all’intima e apparente freddezza che l’ha reso eccezionale in Manchester by the Sea che gli ha fatto ottenere il Premio Oscar come Migliore Attore nel 2017 offre un’altra grande interpretazione.
In entrambi i film – seppur per ragioni e vicende differenti – Affleck vive le emozioni interiorizzandole mostrando molto poco espressivamente ed esteriormente mentre emotivamente e intimamente è un vero e proprio portento. A dimostrazione di questo è sufficiente osservare i primi dieci minuti del film in cui l’attore condivide e divide il piano di ripresa con la giovane e talentuosa Anna Pniowsky (che interpreta sua figlia Rag).
In questa lunga scena ripresa con inquadratura fissa, nessun movimento di macchina e quindi con una pulizia estetica spinta all’estremo Affleck racconta una favola alla sua bambina. Ebbene da questa prima sequenza si può già sentire quale siano la tensione, il clima, il timore, la preoccupazione che accompagnano la vicenda sino al suo epilogo. In particolar modo è palpabile la tensione che non abbandona mai i due protagonisti costretti a vivere ogni loro istante appesi al filo come fossero funamboli, sempre pronti a guadarsi le spalle, sempre pronti a prendere i loro zaini e a fuggire altrove (ma dove?!), senza essere né sentirsi mai al sicuro.
E questa, forse, è la condizione attuale che vive l’umanità di oggi e non di quella di un futuro futuribile costretto a vivere senza (o quasi) donne. È la storia di un padre anonimo il cui nome non viene mai menzionato e di una figlia (unica donna del film ad eccezione di alcuni brevi istanti in cui appare sua mamma attraverso dei flashback) il cui nome è ben noto, menzionato… seppur in un mondo in cui non si deve sapere in alcun modo della sua esistenza. Un paradosso, quasi.
Casey Affleck, così, narra una vicenda condita di emozioni forti attraverso una scelta registica e stilistica scarna, essenziale, pulita, coerente, priva di ogni eccesso o inutile ghirigoro estetico. E forse è proprio questo il modo migliore per raccontare e mostrare il profondo di una possibile umanità spinta allo stremo, dove è all’ordine del giorno il celebre motto latino Mors tua vita mea.
È certamente una storia non nuova, già usata (e forse abusata), già vista ma Casey Affleck ci offre un nuovo punto di vista spingendo tutto alla crudele essenza descrivendo e raccontando il fatto per ciò che è. Nulla di più. Ed proprio questo rendere questo Light of My Life un film particolare nel suo genere forte della complicità dei suoi protagonista e dello stile di un grande e capace regista.
Light of My Life, distribuito da Notorious Pictures, è nelle nostre sale da giovedì 21 novembre.
Voto 2,5/5
Scheda tecnica
Titolo originale: Light of My Life
Genere: Drammatico
Regia e Sceneggiatura: Casey Affleck
Cast: Casey Affleck, Elisabeth Moss, Anna Pniowsky, Tom Bower, Timothy Webber, Hrothgar Mathews
Montaggio: Christopher Tellefsen
Produzione: Black Bear Pictures, Sea Change Media
Distribuzione: Notorious Pictures
Paese: Stati Uniti
Anno: 2019
Durata: 119 minuti
Uscita in sala: 21 novembre 2019