“Palladio a Palla!”, il nuovo album dei GoGoDucks

Lo scorso 6 settembre è uscito Palladio a Palla!, il nuovo album dei GoGoDucks prodotto da nusica.org che, ispirato a nove delle ville cinquecentesche palladiane, mescola arte e musica. E non perdete l’Incontro con la band!

I Gogoducks, gruppo musicale composto da Francesca Remigi, Luca Zennaro e Paolo Peruzzi, propone al pubblico il nuovo album dal titolo Palladio a Palla! già vincitore del bando “Per Chi Crea” di SIAE con il sostegno del MIC. Si tratta di un progetto musicale assai ambizioso e particolare dove si mescolano arte, architettura e musica.

L’album è un vero e proprio omaggio che il gruppo musicale veneto rende all’architetto Andrea Palladio e i suoi brani si ispirano proprio a nove delle ville cinquecentesche palladiane unendo jazz, musiche improvvisate, architettura e universo digitale. Così facendo, le linee e l’armonia architettonica vengono tradotte in suoni, ritmo divenendo una rilettura in chiave musicale di storia, arte e tradizione.

I nove brani di Palladio a Palla!, resi unici da ironici giochi di parole che raccontano una storia e una precisa identità artistica e stilistica, godono anche della collaborazione con il creative coder veronese Sergio Zacco che ha realizzato un videomapping ispirato alle planimetrie e ai disegni architettonici, rendendo così visibile la traduzione musicale dell’architettura palladiana.

Incontro con i GoGoDucks

“Palladio a palla!”, album dei GoGoDucks (2024)

Come è avvenuto il vostro incontro con la musica?

Francesca Remigi: È avvenuto in maniera abbastanza naturale essendo che tutti a casa suonano. I miei primi ricordi risalgono a quando avevo 3/4 anni: accompagnavo spesso mio padre ai suoi concerti e mia mamma ancora studiava tante ore per prepararsi al decimo di pianoforte in conservatorio. Ricordo che mi spedivano in camera a giocare da sola quando avevano prove con i loro colleghi a casa, cosa che ho sempre detestato.

Paolo Peruzzi: La musica l’ho incontrata molto presto, la prima lezione di percussioni l’ho fatta prima di compiere sei anni. Oggi direi che la musica è sempre stata con me, fin dal principio. 

Luca Zennaro: I miei genitori suonano entrambi il pianoforte, quindi a casa c’è sempre stata musica.

Come nascono i GoGoDucks?

I “GoGoDucks” (Ph. Elisa Caldana)

Luca Zennaro: I GoGoDucks nascono nell’estate del 2022, in maniera spontanea, quando Francesca mi chiamò per propormi di partecipare al concorso Conad Jazz contest di Umbria Jazz con Paolo. Io non conoscevo ancora personalmente Francesca però già all’ora suonavamo con gli stessi musicisti (il mondo del jazz italiano è piccolo). Paolo invece ho avuto modo di incontrarlo per la prima volta nel “lontano” 2018 quando abbiamo partecipato allo stesso concorso alla Fenice di Venezia (che lui vinse!) chiamato “Tomorrow’s jazz”.

Come nasce il progetto musicale Palladio a Palla!?

Paolo Peruzzi: Questo progetto nasce dall’idea di fondere insieme musica, architettura e arti visive interattive. Abbiamo sviluppato l’idea ad hoc per il bando di SIAE e Ministero della Cultura, “Per Chi Crea”, che siamo riusciti ad aggiudicarci anche grazie alla collaborazione con l’etichetta nusica.org. Il bando ci ha permesso di lavorare ad un repertorio nuovo, ispirato all’opera del Palladio, e di affrontare il lavoro con una squadra numerosa – i videomakers Claudio Sichel e Michele Cannas, la fotografa Elisa Caldana, Stefano Amerio di Artesuono, i proprietari di Villa Barbaro (a Maser) e Villa Angarano (a Bassano del Grappa), Gianpietro Giachery e Ginevra Amadio per l’ufficio stampa, oltre che a tutti i ragazzi di nusica.org che fin da subito ci hanno messo entusiasmo ed energia.

“GoGoDucks” (Ph. Elisa Caldana)

Palladio a Palla! è un omaggio all’architettura dal Palladio. In che modo siete riusciti a fare incontrare l’architettura con la musica?

Francesca Remigi: Per far convergere l’architettura palladiana in musica abbiamo intrapreso un lavoro di “traduzione in suoni” di una selezione di nove Ville Palladiane, in ordine come nel disco abbiamo Villa Malcontenta, Villa Angarano, Villa Badoere, Villa Capra La Rotonda, Villa Cornero, Villa Emo, Villa Poiana, Villa Barbaro e Villa Serego. Il tutto è iniziato con la visita ad alcune delle ville e con l’approfondimento e lo studio dei rispettivi disegni planimetrici. Da lì abbiamo individuato una serie di rapporti numerico-matematici (utilizzando come unità di misura il metro, la distanza tra una colonna e l’altra piuttosto che la scansione delle arcate all’interno delle facciate) che sono stati il punto di partenza per la creazione di serie intervallari, melodie, accordi, metriche di diverse durate e poliritmi che abbiamo adoperato come scheletro dei nostri brani. Andando a visitare le ville, abbiamo avuto anche un riscontro emotivo importante che è racchiuso inevitabilmente nel nostro lavoro discografico. Il tutto è poi stato ricucito e legato insieme dall’elettronica di Sergio e di Luca, e dalla pratica dell’improvvisazione non idiomatica. Penso che le contaminazioni elettroniche e il progetto audiovisivo creato da Sergio per Palladio a Palla! aiutino ad attualizzare il nostro concept e a colmare quel gap di cinque secoli che ci separa dall’epoca di Andrea Palladio, rendendo più accessibile la performance al pubblico di oggi. 

Cosa vi ha ispirato particolarmente del Palladio?

“Palladio a palla!”, album dei GoGoDucks (2024)

Luca Zennaro: Il Palladio è patrimonio della cultura italiana e sicuramente l’immensa bellezza classica delle ville palladiane è uno dei motivi principali per cui ci siamo interessati ad esse. Inoltre è una bellezza che crescendo (in particolare io e Paolo siamo veneti) è sempre stata sotto ai nostri occhi: i miei genitori fin da piccolo mi hanno portato a visitare le ville Palladiane, il teatro olimpico ecc. e posso dire di avere avuto un imprinting. La vera sfida (accettata con la dovuta umiltà) è stata quella di accostare poi la nostra musica al linguaggio perfetto di Palladio, e il processo ci ha dato degli stimoli per lavorare sulla musica in maniera diversa da quella alla quale siamo abituati. L’architettura di Palladio è stata utilizzata come punto di partenza e “scheletro” per dare forma alle nostre composizioni.

Cosa potete raccontarci della collaborazione con il creative coder veronese Sergio Zacco?

Paolo Peruzzi: Ho conosciuto Sergio in conservatorio a Vicenza, lui frequentava il triennio di musica elettronica e io di jazz. Abbiamo collaborato per diversi progetti a Verona, soprattutto in ambito musicale, ma mi ha sempre affascinato la sua passione per il visual e per il coding. Insieme a Francesca e Luca abbiamo quindi pensato di inserire la sua partecipazione nel progetto, in modo che potesse ricoprire due aspetti distinti: il live audio processing e il videomapping reattivo. Per quanto riguarda specificatamente la produzione dell’album è andata così: una volta che avevamo in mano le sessioni fresche di studio, Sergio ed io ci siamo trovati a Verona nel mio studio e abbiamo lavorato su tre tracce (Hang Arano, Corner e Sir Ego), programmando e processando l’audio, che poi abbiamo rispedito a Stefano Amerio per la finalizzazione.

Francesca Remigi dei “GoGoDucks” (Ph. Elisa Caldana)

Questo vostro album potrebbe essere definito come una sorta di mappa del tesoro, una guida musicale alla scoperta dell’arte e, in particolar modo, delle ville venete del Palladio?

Francesca Remigi: Si diciamo di sì, anche se ovviamente la musica non essendo un’arte visiva può evocare anche altre suggestioni oltre a quelle da cui il processo creativo effettivamente prende spunto. Sicuramente Palladio a Palla! è un progetto che contribuisce alla valorizzazione dell’incredibile eredità artistica del Palladio tramite l’utilizzo di nuove tecnologie e di linguaggi artistico-musicali più contemporanei come strumento di promozione turistica del patrimonio artistico italiano.

In che modo siete riusciti ad armonizzare la bellezza senza tempo dell’arte con vari stili musicali (dal jazz all’improvvisazione musicale)?

Luca Zennaro: È stato un processo spontaneo: le perfette geometrie palladiane sono state un ottimo punto di partenza, abbiamo utilizzato i numeri e le planimetrie della villa come scheletro dei brani.  Però il bello e la parte più “creativa” del processo è stata che, finito di mettere su carta i brani, ognuno di noi ha potuto scegliere gli arrangiamenti e il “come” suonare le nuove composizioni, in base alle proprie preferenze e gusti musicali. Anche se abbiamo tutti e tre un background di studi jazzistici alle spalle, abbiamo gusti differenti e questo influenza anche la musica che scriviamo. Che alla fine è proprio il bello di creare musica insieme.

I “GoGoDucks” (Ph. Elisa Caldana)

La musica è arte, oggi quale valore assume se affiancata ad altre forme d’arte?

Paolo Peruzzi: Il valore è lo stesso, equamente fondamentale. È l’apparente novità che si cela dietro alla sperimentazione – in questo caso all’unione di musica contemporanea e architettura rinascimentale – ad essere il punto focale; è la diretta espressione artistica di una nuova generazione di musicisti, i quali non smentiscono la tradizione, ma la abbracciano e la usano come porta creativa verso questa novità apparente. (Come è sempre stato e come dovrebbe essere).

Quale tipo di dialogo vorreste instaurare con il vostro pubblico attraverso la vostra musica?

Francesca Remigi: Sicuramente la performance trasmettere un senso di stupore e di imponenza che magnetizza il visitatore-ascoltatore, unito al tentativo di smuovere suggestioni ed emozioni nel nostro pubblico tramite una performance immersiva e multisensoriale, proprio come fosse una visita guidata ad una delle Ville!  L’idea di riunire le differenti dimensioni spaziali proprie dell’arte del suono con quelle delle arti visive ha come obiettivo la creazione di un ambiente performativo “in 3D” dall’efficacia comunicativa ed emozionale. Come Palladio, anche a noi GOGODUCKS piace stupire i nostri spettatori con soluzioni texturali ricercate, con giochi di luci, con tecnicismi e composizioni sperimentali d’avanguardia e con una ricerca continua nel campo delle nuove tecnologie applicate alle arti performative.

“GoGoDucks” (Ph. Elisa Caldana)

Tra i brani che compongono Palladio a Palla! a quale sentite di essere più legati? E perché?

Francesca Remigi: Penso soprattutto ad Hang Arano che è un brano su cui abbiamo lavorato molto in studio! La registrazione di questa composizione è stata il risultato di un processo molto stimolante di ricerca timbrica e texturale: per ognuna delle sue sezioni ho registrato due batterie (una che segue la parte di chitarra e una la parte di vibrafono) utilizzando preparazioni acustiche e bacchette diverse. Il risultato è un lungo e graduale crescendo dalla durata di circa sette minuti di materiale melodico ripetuto che tuttavia evolve dal punto di vista timbrico e dinamico.

Paolo Peruzzi: Hang Arano, perché è geniale.

Luca Zennaro: Hang Arano, geniale.

 

 

 

Articoli recenti

error: Content is protected !!