Letto per voi… “Covid Covandis” di Mariangela Pontrelli

La Rubrica online “Piazza Navona” ha letto per voi Covid Covandis di Mariangela Pontrelli (Pav Edizioni). Un libro che, a metà strada tra l’antologia di racconti e il romanzo, narra uno degli eventi più difficili del nostro recente passato e l’accettazione di sé. Non perdete l’Incontro con l’Autrice!

La trama

Mariangela Pontrelli, “Covid Covandis” (Pav Edizioni, 2022)

Novembre 2020. Pasquale è un sessantenne che ha sempre avuto difficoltà nel vivere la sua omosessualità. In previsione di un nuovo lockdown decide di tornare al nord per raggiungere sua madre che non vede da quando suo padre è venuto a mancare. Tornare nel suo paese di origine lo conduce in un viaggio nel viale dei ricordi, lo riporta alla sua adolescenza, alle sue scelte, al pensiero del rapporto avuto con i suoi genitori (in particolare con suo padre), alla sua stessa omosessualità. In questo percorso intimo, ma anche grazie alla presenza di sua madre, Pasquale troverà la soluzione ad alcuni nodi del suo passato e imparerà ad accettarsi. In tal senso, di grande aiuto sarà la lettura di alcuni racconti scritti da un suo amore impossibile che narrano la vita di alcune persone durante il primo lockdown. È così che Pasquale si convince ancora di più che, spesso, i concetti di “apertura” e “chiusura” sono “solo” una questione mentale.

Sul libro

Pav Edizioni

Nel luglio 2022 Mariangela Pontrelli pubblica Covid Convandis con Pav Edizioni che viene inserito nella Collana “Storie di vita”. Leggendolo oggi, quando ormai si è lontani dal periodo complesso e surreale legato al lockdown, alle chiusure, alle mascherine obbligatori, alle uscite contingentate, alle autocertificazioni, ai green pass, alle canzoni sui balconi, ai quotidiani bollettini medici… sembra sia trascorso tanto tempo. E ci si stupisce ancora che tutto questo sia potuto accadere. Eppure è accaduto.

Mariangela Pontrelli prende solo in parte ispirazione da tutto questo inserendolo in Covid Covandis. Il libro, infatti, pare essere perfettamente diviso a metà. Da una parte vi è la storia di Pasquale che, in vista di un nuovo lockdown torna al nord dalla madre, dall’altra vi sono i racconti letti dal protagonista (e scritti dal suo amore impossibile perché eterosessuale) dove si narra come il primo lockdown è stato vissuto da alcune persone. A metà tra romanzo e racconto, Covid Covandis risulta essere due libri in uno. Nulla di male, anzi. Ma se non fosse per il tema centrale – ben suggerito dal titolo – che fa da collante, il libro potrebbe tranquillamente dividersi come le acque di Mosè facendo sì che ogni parte viva per sé.

Mariangela Pontrelli, “Covid Covandis” (Pav Edizioni, 2022)

Certamente la parte che colpisce di più è quella intima e intimista, è il racconto di Pasquale, del suo passato, della sua fatica ad accettarsi, del racconto del suo amore impossibile, delle difficoltà riscontrate nella sua adolescenza, del timore di aver deluso i suoi genitori per ciò che semplicemente e naturalmente è. Forse, ci sentiamo di dire, l’Autrice avrebbe potuto approfondire questa storia tanto umana e regalare a Pasquale pagine tutte sue. La sua storia è così vera e attuale che merita molto. Così come meritano un plauso lo stile e la scrittura dell’Autrice: semplici, diretti, privi di orpelli, delicati e carichi di emotività.

Covid Covandis racconta di un periodo di chiusura, dove tutti eravamo e dovevamo restare “nei confini della nostra pelle”, per usare le parole di Tennessee Williams, lontani da tutti senza nemmeno un abbraccio o una stretta di mano, attenti a non diventare “positivi”. Questo libro, però, sottolinea con fine intelligenza, che “apertura” e “chiusura”, “positività” e “negatività” non riguardano solo le porte della nostra casa e il risultato delle nostre analisi. Il discorso è molto più ampio e profondo e molto spesso è “solo” questione mentale.

Incontro con l’Autrice

La scrittrice Mariangela Pontrelli (Per gentile concessione di Mariangela Pontrelli)

Come è avvenuto il suo primo incontro con la scrittura?

Fin da bambina amavo inventare e raccontare storie, mi capitava di scriverle e poi dimenticarmene completamente. Crescendo mi sono dedicata al giornalismo, ho iniziato a scrivere “per gli altri” sul quotidiano del mio paese.

Come è nato il progetto editoriale di Covid Covandis?

Ho cominciato Covid Covandis perché durante il lockdown l’insofferenza verso il sentirmi limitata e bloccata, senza impegni mi aveva resa insopportabile e per evitare una “tragedia famigliare” mi sono isolata a scrivere.

Qual è stata la difficoltà maggiore riscontrata in fase di ideazione e stesura del testo?

La difficoltà è stata rendermi conto che portare avanti una storia, con una sua struttura, è molto diverso dallo scrivere racconti secondo l’estro che assomigliano più a degli appunti di idee.

In Covid Covandis coesistono due piani narrativi interconnessi tra loro: in che modo è riuscita a organizzare tale impostazione narrativa?

Mariangela Pontrelli, “Covid Covandis” (Pav Edizioni, 2022)

Quando sentivo qualcuno parlare della sindrome della pagina bianca pensavo — uffa come se la tira –, ho scoperto invece che collegare un pensiero ad un altro secondo un filo conduttore non è proprio semplice. Anche per questo ho scelto di inframezzare la storia principale con diversi racconti, per non fossilizzarmi su una sola storia, per mantenere viva l’attenzione, la mia per prima, su ciò che più mi piace, ovvero le tante piccole storie che ci circondano.

A quale dei suoi protagonisti sente di essere più legata, se così si può dire? E perché?

Uno dei personaggi che ho sentito più mio è Cristina, la quindicenne che dice  “faccio il classico”, perché somiglia un po’ a me. A quell’età avevo idee precise su cosa avrei fatto e come, e quelle idee mi hanno portata a sperimentare e impegnarmi anche se poi la mia vita ha preso strade diverse.

Nel suo romanzo oltre al periodo di lockdown si affrontano temi molto importanti e attuali. Senza svelare troppo della sua opera, può raccontarci qualcosa di più in tal senso?

Mariangela Pontrelli, “Covid Covandis” (Pav Edizioni, 2022)

La diversità e l’emarginazione sono sempre stati temi per me importanti e il modo in cui le diverse persone le affrontano mi ha sempre intrigata. La signora anziana che rifiuta restrizioni, la donna sola che inventa riti per avere compagnia, il signore che, come me, scrive per evadere dalla realtà, l’omosessuale che capisce che ad ingabbiarlo non sono gli altri ma se stesso.

Secondo lei, a distanza di qualche tempo, quali sono state le conseguenze emotive del lockdown? E lei, quali ricorda conserva di quel periodo di chiusura?

Le conseguenze del lockdown temo siano piuttosto pesanti per i più giovani che mi sembra siano sempre più dipendenti da social e internet. In hotel mi capita di vedere spesso ragazzi seduti allo stesso tavolo che comunicano  con il telefonino, li sento anche ridere ma non si parlano… Sembra che rifuggano dal guardarsi in faccia e abbiano bisogno di uno schermo che non lasci trapelare emozioni. Per me il ricordo più intenso di quel periodo è il senso di impotenza che mi pervadeva. Essere in balìa di governanti improvvisati che decidevano della mia vita, a volte con assoluta mancanza di rispetto, era frustrante, e il dovermi accontentare del surrogato della socialità, cioè la televisione, che spesso insisteva su approfondimenti, dibattiti e speculazioni fondati sul niente era irritante e mi innervosiva. (In realtà, mi innervosisce anche ora che insiste su gossip e accenna appena alla aggravata condizione delle donne in Afghanistan, ma adesso posso uscire).

Mariangela Pontrelli, “Covid Covandis” (Pav Edizioni, 2022)

Quali sono le opere e gli Autori che hanno formato e influenzato il suo essere scrittrice e lettrice?

Mi sono formata con i classici, ho amato particolarmente le allegorie di Kafka, l’esoterismo di Gabriel García Márquez, le emozioni di Faulkner, l’umorismo di Wodehouse, le descrizioni di Melville e gli aforismi di Oscar Wilde. In particolare un libro che mi ha accompagnata a lungo è stato II vecchio e il mare di Hemingway che ho letto per la prima volta da bambina e poi più volte negli anni scoprendolo sempre diverso. Fra gli autori contemporanei apprezzo molto Houellebecq, Zafón e De Giovanni.

Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali?

Finito Covid Covandis pensavo di aver esaurito la mia carriera di scrittrice invece mi è venuta voglia di riprovarci e sto cominciando un nuovo libro. Vedremo.

 

 

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